martedì,Novembre 12 2024

Psicologo vibonese condannato a Rimini: avrebbe abusato di una paziente dopo averla ipnotizzata

Quattro anni e mezzo la pena inflitta in primo grado al professionista. I fatti risalgono al 2019, quando la giovane vittima ha sporto denuncia

Psicologo vibonese condannato a Rimini: avrebbe abusato di una paziente dopo averla ipnotizzata

Uno psicologo di 55 anni originario di Vibo Valentia ma da anni residente a Rimini è stato condannato in primo grado a 4 anni e mezzo per aver abusato di una paziente sotto ipnosi. Il professionista inoltre dovrà pagare le spese processuali e un risarcimento per la parte lesa di 28mila euro.
L’indagine aveva destato scalpore vista anche la particolarità della condizione in cui versava la vittima mentre veniva abusata. Una condizione di ipnosi che il pubblico ministero Davide Ercolani aveva appurato tramite un consulente tecnico. La scorsa udienza quindi la Procura aveva chiesto una condanna a 7 anni e 9 mesi di reclusione per lo psicologo.

La vicenda risale alla fine del 2019, quando la vittima, una giovane donna di 25 anni, aveva presentato una dettagliata denuncia nei confronti del suo terapeuta accusandolo di abusare di lei durante le sedute. Secondo il racconto della parte offesa, che si è costituita parte civile, con l’avvocato Rita Nanetti del Foro di Bologna, sono due le sedute nel corso delle quali il professionista, usando tecniche di iperventilazione, digitopressione e anche ipnosi, avrebbe abusato sessualmente della giovane. Nel corso delle indagini preliminari, la ragazza era stata inoltre sottoposta a perizia psichiatrica perché di fatto tutto il procedimento si basava sulla parola di lei contro quella dello specialista.

La Procura aveva infatti nominato un consulente che aveva esaminato lo stato della giovane in relazione alla sua attendibilità. Era così emerso che ciò che aveva raccontato non era stato un sogno, ma circostanze realmente avvenute. Secondo la ricostruzione dell’esperto della Procura era tutto vero, ma in quei momenti la ragazza si trovava in condizioni di inferiorità psichica, in quanto lo psicoterapeuta le aveva inibito la possibilità di essere consapevole di quello che le accadeva, e quindi non era certo in grado di essere consenziente.

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