Omicidio dei fratelli Loielo, ergastolo confermato per Vincenzo Bartone

La quinta sezione penale della Cassazione ha rigettato il ricorso straordinario di Vincenzo Bartone, 51 anni, di Sorianello, avverso la sentenza con la quale la Suprema Corte nell’ottobre dello scorso anno ha reso definitiva la condanna all’ergastolo per concorso nel duplice omicidio dei fratelli Giuseppe e Vincenzo Loielo (ritenuti esponenti apicali dell’omonima cosca delle Preserre vibonesi), uccisi nell’aprile del 2002 mentre le vittime si trovavano in auto nei pressi dell’acquedotto di Gerocarne. Per la Cassazione, il perimetro della cognizione affidata al giudice di legittimità con il ricorso straordinario esclude ogni attività di rivalutazione del percorso logico argomentativo fatto proprio dalla Corte di legittimità ed ogni processo valutativo, essendo limitato esclusivamente alla correzione di patologie della decisione riconducibili, con immediatezza, alla erronea percezione di un elemento rilevante per l’accertamento di responsabilità. Il ricorso straordinario per errore materiale o di fatto avverso i provvedimenti della Corte di Cassazione può quindi avere ad oggetto l’omessa considerazione di una prova esistente, ma non il travisamento della stessa come nel caso di specie inerente l’analisi del traffico e della localizzazione delle utenze in uso agli imputati. Vincenzo Bartone è stato condannato all’ergastolo unitamente al boss Bruno Emanuele. [Continua dopo la pubblicità]

Bruno Emanuele

Importanti ai fini della ricostruzione e dell’attribuzione delle responsabilità per il duplice omicidio dei fratelli Loielo si sono rivelati gli accertamenti sulle schede telefoniche rinvenute sul luogo dell’agguato e poi le dichiarazioni del pentito Tonino Forastefano, boss di Cassano allo Jonio, nel Cosentino, stretto alleato e sodale del boss vibonese Bruno Emanuele che, con l’eliminazione dei fratelli Loielo, ha assunto definitivamente il ruolo di “braccio armato” del “locale di ‘ndrangheta di Ariola”, struttura criminale al cui vertice vi sarebbe stato il boss Antonio Altamura. 

I due imputati – Bartone ed Emanuele – lo scorso anno sono stati condannati in via definitiva anche per i tentati omicidi ai danni degli stessi fratelli Loielo che portano le date del 25 marzo, 8 aprile e 15 aprile 2002.

LEGGI ANCHE: ‘Ndrangheta: processo “Luce nei boschi”, 14 condanne in Cassazione

‘Ndrangheta: “Luce nei boschi”, nessun risarcimento per Francesco Taverniti

Condividi
Impostazioni privacy
Privacy e termini di Google