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I carabinieri di Tropea cercano casa ma (ancora) non la trovano, le ipotesi: scuola di via Crigna, ex Preventorio e bene confiscato ai La Rosa

L'indagine di mercato attivata dalla Prefettura per cercare un immobile che possa ospitare la nuova caserma dell'Arma è stata infruttuosa. La vicenda mette in luce anche alcune grandi incompiute della cittadina

I carabinieri di Tropea cercano casa ma (ancora) non la trovano, le ipotesi: scuola di via Crigna, ex Preventorio e bene confiscato ai La Rosa
Da sinistra: il terzo plesso della scuola di via Coniugi Crigna, l'ex Preventorio e l'immobile confiscato al clan La Rosa
La sede attuale dei carabinieri di Tropea

L‘indagine di mercato avanzata dalla Prefettura di Vibo Valentia (scaduta il 17 aprile) per trovare una nuova “casa” alla Compagnia dei carabinieri di Tropea non ha prodotto i risultati sperati. Tant’è che l’unica proposta è giunta dal Comune di Tropea. L’esigenza di trovare una struttura idonea per l’Arma nasce dall’impossibilità di sfruttare, per il momento, l’immobile di località San Franceschiello confiscato al clan La Rosa di Tropea con l’operazione “Odissea” della Dda di Catanzaro nel 2007 (ubicato di fronte dal distributore “Esso”, che sarebbe dovuto diventare un albergo).

Una caserma per i carabinieri

«L’Arma – secondo quanto riferitoci dal Comando provinciale dei carabinieri di Vibo – non ha rinunciato al bene assegnatole, ma, date le condizioni in cui versa, si rende necessario individuare un’altra struttura dove poter trasferire la Caserma». Per i lavori di ristrutturazione e rifunzionalizzazione dell’immobile confiscato, infatti, si evince dal sito dell’Agenzia del Demanio, l’investimento complessivo ammonta a 7 milioni di euro. Fin qui una faccenda più o meno nota, alla quale adesso si aggiunge un “sequel” che sposta l’attenzione sull’immobile ora proposto dal Comune e mette in risalto un’altra questione aggrovigliatasi nel tempo.

Il terzo plesso della scuola di via Coniugi Crigna oggetto del decreto “La buona scuola” 2015

«Il Comune di Tropea – secondo quanto riferitoci ancora dal Comando provinciale dei carabinieri di Vibo – ha proposto l’immobile di via Coniugi Crigna, attualmente utilizzato dal Comune come deposito». Lo stabile al quale si fa riferimento, però, è il terzo blocco del grande plesso scolastico centrale; appartiene a un recente capitolo delle grandi “incompiute” presenti a Tropea.

La scuola, ampia 3.500 metri quadrati e chiusa da diversi anni per problemi strutturali, è infatti rientrata nel 2017 tra le 51 scuole d’Italia aderenti al progetto “#Scuoleinnovative” (del decreto “La buona scuola” del 2015), indetto dell’ex Miur. Il progetto avveniristico intitolato “La scuola che non c’era e la scogliera dove da lontano si sente il mare” è stato redatto da un team di 13 professionisti guidati dal capogruppo Claudio Zagaglia di “SocialDesign” di Firenze. Una storia all’apparenza simile ad un vulcano dormiente, sulla quale, però, lo stesso ex Miur il 28 dicembre 2020 ha notificato all’ex amministrazione Macrì, poi sciolta per infiltrazioni mafiose, una nota per chiedere di procedere «con la necessaria celerità ad avviare i procedimenti di affidamento, incarico e progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva del progetto di realizzazione di un Polo scolastico». La cosiddetta “Scuola innovativa” di Tropea ha infatti beneficiato di un finanziamento di 9 milioni di euro.

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Da quel sollecito, a distanza di oltre due anni, è stato poi «approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica, per via dell’aggiornamento dei costi. Gli step successivi in carico al Comune – avevano sottolineato nel 2023 dall’Ufficio tecnico comunale – saranno l’indizione della gara per la progettazione esecutiva, l’iter per la cessione all’Inail dell’area – dal valore stimato di 750mila euro – e l’indizione della Conferenza dei servizi. A carico di Inail saranno poi la validazione del progetto, il finanziamento a proprio carico e la costruzione dell’opera».
Qui la storia (e il futuro) dell’edificio scolastico sembra essersi arenata, tanto da non capire se quei 9 milioni di euro ci siano ancora o se siano stati persi. Col passare dei giorni, ma sotto gli occhi della cittadinanza che non ha mai capito cosa stesse succedendo nel frattempo, quella struttura scolastica ha silenziosamente preso il nome di “deposito del Comune” (con tanto di basole del centro storico depositate per lungo tempo) e ora è stata proposta dall’Ente alla Prefettura come probabile sede della nuova Caserma dei carabinieri. Mentre dal Comando provinciale dell’Arma hanno poi concluso che «la proposta, anche se non vincolante, dovrà essere vagliata attentamente per capire se la struttura risponda ai requisiti stringenti fissati», resta da capire perché si siano perse nelle nebbie le sorti chiare della struttura scolastica da riqualificare, con un progetto dal valore di 9 milioni di euro, giudicato idoneo dall’ex Miur.

L’immobile di San Franceschiello confiscato e assegnato all’Arma

L’ex hotel sequestrato al clan egemone La Rosa con l’operazione “Odissea” nel 2007

La storia dei beni confiscati alla criminalità organizzata a Tropea è un percorso complesso. Al centro di questa vicenda vi sono le proprietà sottratte al clan egemone La Rosa attraverso l’operazione “Odissea” della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nel 2007. Tra questi spiccava un imponente fabbricato sito in contrada San Franceschiello (di fronte al distributore Esso), originariamente destinato a diventare una struttura alberghiera dal valore stimato di 10 milioni di euro. Oltre a questo, l’operazione coinvolse un terreno in contrada Paola, diverse unità immobiliari (un appartamento e due mini-appartamenti) in uno stabile di cinque piani in viale Tondo, e una porzione dell’Antico Sedile (ex negozio “Onix”) nel pieno centro storico della città. Dopo il sequestro, iniziò il processo per restituire questi beni alla collettività.

Un primo interesse da parte del Comune di Tropea, guidato dall’allora sindaco Gaetano Vallone, si manifestò nel 2013, ma non ebbe seguito. Fu solo dopo un sollecito dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati (Anbsc) nel 2014 e una successiva delibera dell’amministrazione comunale nel luglio 2015 che l’interesse si concretizzò nuovamente. Una Conferenza dei servizi convocata dall’Anbsc il 24 ottobre 2015 fu cruciale: il Comune di Tropea, tramite la piattaforma web “Openregio”, manifestò formalmente l’interesse ad acquisire i beni nel proprio patrimonio indisponibile. Le destinazioni d’uso proposte furono le seguenti:

  • Fabbricato e terreno di contrada San Franceschiello: destinato a diventare una nuova caserma per l’Arma dei Carabinieri, su interesse manifestato dalla stessa Arma;
  • Terreno in contrada Paola: un’area di oltre 2000 mq vicino alla Sp n. 95 (ex Ss n. 522), destinata a parcheggio pubblico e area di ammassamento per il Piano di Protezione civile;
  • Immobili di viale Tondo: l’appartamento e i mini-appartamenti destinati a scopi sociali, territoriali e culturali, ancora da definire nel dettaglio;
  • Ex negozio “Onix” (Antico Sedile): i mobili presenti sono stati ceduti alla Casa di accoglienza “Don Mottola” di Tropea.

Le criticità dell’ex hotel e il crollo sulla Provinciale

Il cedimento dell’asse stradale antistante l’ex albergo nel luglio 2018

Proprio il bene più rilevante, sito a San Franceschiello, ha presentato notevoli problematiche. Dopo il sequestro, l’interruzione dell’energia elettrica bloccò le pompe di drenaggio, causando l’allagamento dei seminterrati con circa 3 metri d’acqua. Fu necessario un intervento massiccio dei Vigili del fuoco e della Protezione civile, con idrovore attive 24 ore su 24 per cinque giorni, al fine di svuotare i locali e permettere i sopralluoghi programmati.

All’epoca, secondo quanto appreso dall’Ufficio tecnico comunale di Tropea, questo «prolungato allagamento e il successivo drenaggio potrebbero aver alterato il percorso della falda acquifera sottostante, creando vuoti nel terreno». Si presume quindi che questo fenomeno di dilavamento sia la causa diretta di un cedimento stradale manifestatosi sulla Sp n. 22 (via Campo Inferiore), proprio di fronte all’area dell’enorme struttura. Il cedimento, iniziato come un avvallamento circa un mese e mezzo prima del crollo (5 luglio 2018), ha reso necessaria all’epoca la chiusura temporanea della strada per motivi di sicurezza.

Nonostante le difficoltà, si è giunti poi alla fase della riconsegna ufficiale dei beni dall’Anbsc al Comune di Tropea. L’evento si svolse durante un’assemblea a palazzo Sant’Anna convocata dall’ex sindaco Giuseppe Rodolico (l’amministrazione fu poi sciolta per infiltrazioni mafiose il 10 agosto 2016). Sono stati formalmente restituiti alla comunità il complesso di San Franceschiello, la porzione dell’Antico Sedile, il terreno di via Campo Inferiore, quello di contrada Paola (divenuto recentemente un parcheggio) e l’appartamento di viale Tondo.

Tuttavia, la consegna effettiva del fabbricato di San Franceschiello è stata subordinata al completamento dei lavori di pulizia e allo svuotamento definitivo degli scantinati dall’acqua residua. La restituzione dei beni confiscati al clan La Rosa rappresenta ancora oggi un passo importante per Tropea, consentendo di offrire alla comunità nuove risorse per servizi pubblici e scopi sociali. Mentre tutto per l’ex hotel di San Franceschiello resta dunque fermo, alcuni residenti da diverso tempo continuano ad augurarsi che «quel “mostro”, simbolo di prepotenza e criminalità, possa presto essere abbattuto, così da offrire maggiore decoro alla zona».

L’ex Preventorio come terza proposta?

Dall’altro canto, nei giorni scorsi, l’ex consigliere comunale Antonio Piserà, tornando sull’argomento, ha proposto alla Prefettura l’utilizzo dell’ex Preventorio. Originariamente una struttura di cura per malattie respiratorie, l’edificio ha subito diverse trasformazioni nel corso degli anni, ospitando servizi di salute mentale, scuole medie e, più recentemente, l’Agenzia delle entrate. Tuttavia, sono fermi da oltre 20 anni i famosi lavori di riqualificazione che avrebbero permesso di trasformare la struttura in un hospice per malati terminali e cure palliative. Le condizioni in cui versa non sono delle migliori e il progetto di riqualificazione della struttura, qualora dovesse rispettare le esigenze di una nuova Caserma, potrebbe aggirarsi attorno ai 15milioni di euro (se non di più dati i continui atti vandalici e incendi appiccati da ignoti). Il capitolo delle “incompiute” a Tropea si arricchisce inesorabilmente di una nuova storia, mentre tre importanti strutture (capitolo a parte per lo Stadio) per il presente ed il futuro della città languono.

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