‘Ndrangheta, confische e revoche nelle Preserre vibonesi per i proventi di Franco Idà
Tra i beni che passano allo Stato il compendio aziendale di una rivendita di auto a Soriano, oltre a fabbricati e rapporti bancari. Restituite invece alcune somme intestate ai figli del boss di Gerocarne e un magazzino riconducibile alla moglie


La Corte d’Appello di Catanzaro (Sezione Misure di Prevenzione) ha accolto parzialmente accolto il ricorso degli avvocati Giuseppe Di Renzo e Sergio Rotundo nell’interesse Franco Idà, 60 anni, di Ariola di Gerocarne (cognato del boss ergastolano Bruno Emanuele), della moglie Caterina Emanuele, 55 anni, e dei figli Arianna Idà, 26 anni, e Michele Idà, 28 anni, tutti interessati da una confisca dei beni emesso lo scorso anno dal Tribunale di Catanzaro (Misure di Prevenzione). Insieme a Franco Idà ed ai suoi familiari, il provvedimento di confisca (quali terzi interessati) riguardava pure Domenico Chiera, 34 anni, di Soriano Calabro (genero di Franco Idà), e Michele Carnovale, 25 anni, originario di Vibo Valentia (altro genero di Franco Idà).
La Corte d’Appello di Catanzaro ha in particolare revocato la confisca per: un locale uso magazzino in via San Sebastiano di otto metri quadri a Gerocarne, intestato a Caterina Emanuele (moglie di Franco Idà), in quanto acquistato con redditi dichiarati e un finanziamento documentato; un fabbricato sempre nella stessa via ed intestato a Caterina Emanuele; la somma di 50.300.00 euro riferibile a Angela Idà e la somma di 84.720,00 euro riconducibile a Michele Idà
Le confische
Restano invece confiscati i seguenti beni: un fabbricato intestato a Caterina Emanuele in via San Sebastiano e uno in località Lacco di Gerocarne; un terreno intestato a Caterina Emanuele, circostante al fabbricato di località Lacco, piantato ad uliveto; un fabbricato intestato a Angela Idà, figlia di Franco Idà, sito nel comune di Gerocarne con un ingresso in vicolo San Giovanni e composto da tre vani distribuiti tra il piano terreno e il primo piano per una superficie complessiva di 69 metri quadrati; il compendio aziendale (costituito da 25 autovetture) della ditta “Cars Idà di Carnovale Michele”, aperta in data 23 luglio 2020, per l’esercizio dell’attività di “Commercio di autovetture e di autoveicoli leggeri” con sede nella zona industriale di Soriano Calabro in località Carromonaco; tutti i rapporti bancari con saldo attivo di importo superiore a tremila euro, cassette di sicurezza, titoli libretti di risparmio, buoni fruttiferi, Bot e Cct ed ogni altra disponibilità finanziaria riconducibile a Franco Idà. Il valore complessivo dei beni confiscati ammonta a oltre 500mila euro. Le indagini della Guardia di finanza del comando provinciale di Vibo Valentia, coordinate dalla Dda di Catanzaro nell’ambito dell’attività di contrasto alla ‘ndrangheta, si sviluppavano in mirati accertamenti orientati all’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale nei confronti di Franco Idà di Gerocarne, già condannato con sentenza definitiva a 11 anni e 6 mesi (pena già scontata) per i reati di associazione mafiosa (commesso dal 1980 al 20 gennaio 2015, data della sentenza di primo grado) e traffico di stupefacenti (commesso dal 2001 al 2004, in continuazione con altra condanna rimediata a Brindisi). Le sentenze definitive (relative all’operazione “Luce nei boschi”) gli hanno riconosciuto un ruolo di spicco nella consorteria mafiosa di Ariola, Gerocarne e Sorianello guidata dagli Emanuele.