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Narcotraffico internazionale dal Vibonese, 7 condanne in Cassazione per l’operazione Stammer

Due invece gli annullamenti con rinvio. L’inchiesta contro i cartelli della droga è stata portata a termine dalla Guardia di finanza con il coordinamento della Dda di Catanzaro

Narcotraffico internazionale dal Vibonese, 7 condanne in Cassazione per l’operazione Stammer

Sentenza della Corte di Cassazione per il processo nato dall’operazione “Stammer” contro il narcotraffico internazionale. Questo il verdetto dei giudici: 15 anni e 4 mesi di carcere per Antonio Grillo, di 47 anni, di San Calogero (eliminati 8 mesi rispetto alla sentenza d’appello, difeso dall’avvocato Giovanni Vecchio); 15 anni per Giuseppe Grillo, di 45 anni, di San Calogero (stessa pena in appello, difeso dall’avvocato Giovanni Vecchio); 13 anni e 10 mesi per Pasquale Grillo, di 76 anni, di San Calogero (14 anni e 6 mesi  in appello, padre di primi due, difeso dall’avvocato Giovanni Vecchio); annullamento senza rinvio per Franco Greco, di 53 anni, di Marcedusa, in quanto il reato è estinto per prescrizione (un anno in appello); annullamento con rinvio per un capo d’imputazione (importazione di stupefacente) ed eliminazione della pena di otto mesi (aumento dell’aggravante) per Rocco Iannello, 50 anni, diSan Giovanni di Mileto (condannato a 15 anni e 6 mesi in appello, difeso dall’avvocato Giuseppe Di Renzo); 14 anni e 4 mesi per Fortunato Loschiavo, di 54 anni, di Mileto (15 anni in appello, difeso dall’avvocato Diego Brancia); 5 anni e 4 mesi per Salvatore Paladino, di Rosarno (avvocato Giovanni Vecchio); 15 anni e 4 mesi per Massimo Pannaci, di 57 anni, di Vibo Valentia (16 anni in appello, difeso dall’avvocato Giovanni Vecchio); 14 anni e 4 mesi per Antonio Varone, di 50 anni, di Mileto (15 anni in appello, difeso dall’avvocato Michelangelo Miceli); annullamento con rinvio per Osvaldo Mena Nunez, di 59 anni, della Repubblica Dominicana (15 anni in appello, difeso dall’avvocato Sandro D’Agostino).

La sentenza di primo grado era stata emessa dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia presieduto dal giudice Tiziana Macrì (a latere i giudici Brigida Cavasino e Gilda Romano) il 15 giugno 2020, quella d’appello il 16 febbraio 2022.
Secondo l’accusa, la consorteria attiva nel circondario vibonese, storicamente inserita nel traffico internazionale di stupefacenti, al fine di sopperire alle richieste sempre maggiori e diversificate del mercato della droga, e considerato il protrarsi dei tempi di attesa per l’approvvigionamento della cocaina dal Sudamerica, avrebbe intessuto trattative con gli albanesi, per il tramite di sodali brindisini, funzionali all’approvvigionamento di enormi partite di marijuana.

L’emissario albanese ospitato a Mileto

I vibonesi avrebbero inoltre ospitato a Mileto l’emissario albanese giunto a garanzia dell’importazione. In tale occasione, lo stupefacente commissionato sarebbe stato volutamente dirottato dalla Puglia verso il porto di Ancona, concludendo il suo viaggio a Milano dove il sodalizio vantava la presenza di accoliti utilizzati per la vendita nel circondario milanese. L’inchiesta è nata da una comunicazione pervenuta nel novembre 2014 dal National Crime Agency (N. C. A. ) dell’ambasciata della Gran Bretagna in Italia. In particolare, il National Crime Agency, recependo un’analoga segnalazione del paritetico organismo in Colombia, ha segnalato la connivenza tra un’organizzazione criminale colombiana e una italiana impegnate nell’importazione di ingenti quantitativi di cocaina dal Sudamerica da destinare al mercato europeo.

La spedizione della droga

Nel corso delle conversazioni captate sono poi emersi chiari riferimenti alla spedizione dello stupefacente, ai prezzi, al quantitativo e al successivo trasporto.  Tutti i dati segnalati dal National Crime Agency sono stati quindi pienamente riscontrati nel corso della successiva attività di indagine della Dda di Catanzaro denominata “Stammer”. Dalla Colombia sarebbe quindi giunto nel vibonese il narcos Jota-Jota, ricevuto a San Calogero nella sala ricevimenti del ristorante di Antonio Grillo. Altro colombiano arrivato a Vibo, John Peludo, è stato invece ospitato in via Gagliardi a Vibo Valentia, nella casa di Oksana Verman, ucraina passata fra le fila dei collaboratori di giustizia ed all’epoca compagna di Salvatore Pititto.  
Attraverso le microspie piazzate nella casa della donna, gli investigatori della Guardia di finanza sono quindi riusciti a ricostruire parte dell’organizzazione interessata al narcotraffico, con Massimo Pannaci, di Vibo Valentia, che avrebbe accompagnato John Peludo a Roma per la consegna del denaro necessario per un carico di cocaina (63 chili) poi sequestrato nel porto di Livorno nell’agosto del 2015.

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