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Ospedale di Vibo, il primario Mangialavori verso il ritiro delle dimissioni dopo l’incontro con Piscitelli: «Ci siamo chiariti»

Il commissario dell’Asp conferma l’esito positivo della riunione: «Per un disguido le sue richieste di nuove attrezzature non mi sono mai arrivate, ora rimedieremo e il reparto di Ginecologia sarà messo nelle condizioni di lavorare al meglio»

Ospedale di Vibo, il primario Mangialavori verso il ritiro delle dimissioni dopo l’incontro con Piscitelli: «Ci siamo chiariti»

Il primario di Ginecologia dell’ospedale Jazzolino, Vincenzo Mangialavori, torna sui suoi passi e decide di ritirare le dimissioni. Raggiunto telefonicamente, alla richiesta di una conferma esplicita, il medico non smentisce ma evita una risposta diretta: «Preferisco che sia il commissario Piscitelli a comunicare con la stampa». Ma il tono rasserenato e il commento estremamente positivo sull’esito dell’incontro con Piscitelli, sembrano non lasciare dubbi: «L’incontro è andato bene – spiega Mangialavori – abbiamo avuto modo di parlare e chiarirci».

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È lo stesso Piscitelli a confermare a Il Vibonese che il caso può considerarsi chiuso, aggiungendo un particolare di non poco conto: «Ci siamo confrontati – racconta il commissario – e il dottore Mangialavori mi ha fatto presente che da tempo aveva chiesto una serie di attrezzature che potessero consentire al reparto di lavorare in sicurezza e con la massima efficienza. Gli ho spiegato che queste richieste non sono mai arrivate sul mio tavolo, forse perché protocollate in ospedale e non negli uffici dell’Asp. Un disguido che ha causato l’equivoco. Dunque, mi sono impegnato a risolvere con la massima tempestività il problema, fornendo al reparto di Ginecologia tutto ciò di cui ha bisogno». E le dimissioni, sono state ritirate? «Una volta chiarito l’equivoco non abbiamo proprio parlato del fatto che possa andare via, è dunque implicito che resti, perché ci siamo salutati con l’impegno dell’Asp di fornire al dottore Mangialavori e al reparto che dirige tutte le attrezzature e il sostegno di cui ha bisogno».

Era stato proprio l’ex prefetto che guida l’Asp di Vibo, Vittorio Piscitelli, a chiedere d’incontrarlo. Il giorno in cui il dirigente medico decise di rassegnare le dimissioni, la sera del 15 maggio scorso, Piscitelli non era a Vibo. Raggiunto telefonicamente da Il Vibonese, si disse estremamente sorpreso: «Non me l’aspettavo – affermò -, nella lettera di dimissioni non è richiamata alcuna motivazione, quindi non so perché l’abbia fatto. La prossima settimana voglio incontrarlo per chiarire la questione».

Le motivazioni arrivarono attraverso la stampa il giorno dopo, quando Mangialavori diffuse una lettera aperta dai contenuti durissimi, con la quale denunciava le «gravissime» criticità dell’ospedale vibonese, «che rendono impossibile, secondo coscienza, proseguire nell’attività con la serenità e la sicurezza che il nostro lavoro richiede». Una denuncia dirompente, arrivata all’indomani di due casi che hanno fortemente scosso l’opinione pubblica: la morte di una 32enne di Pizzo, Martina Piserà, al settimo mese di gravidanza, e la denuncia di una donna straniera originaria del Mali che ha perso il suo bambino al 5° mese di gestazione.

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Episodi che però, spiegò Mangialavori nella lettera pubblica, non avevano nulla a che fare con la sua decisione di lasciare l’incarico. Nonostante ciò, la potenza della sua denuncia non è venuta meno e da allora l’attenzione dei media e della politica si è focalizzata sulle sue dimissioni. Che però, adesso, sono state ritirate.

Nella sua lettera aperta, Mangialavori aveva esplicitamente affermato che le sue reiterate richieste erano rimaste inevase: «Appena insediato – ha raccontato il dirigente medico -, ho protocollato agli uffici preposti le richieste di attrezzature che potessero consentirci di erogare prestazioni sanitarie efficienti ed adeguate. Nonostante innumerevoli sollecitazioni, tali richieste sono a tutt’oggi rimaste inascoltate». Ora, a quanto pare, l’hanno sentito forte e chiaro.

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