Nardodipace, il sindaco in Consiglio: «La minoranza ha influenzato le forze di Polizia e la Prefettura»
Il primo cittadino, secondo un punto all’ordine del giorno, avrebbe dovuto svelare in sala i nomi di quanti si sono rivolti ai carabinieri contro l’amministrazione comunale. Romano Loielo rende noto in aula il colloquio avuto con il prefetto


Niente nomi svelati in Consiglio comunale dal sindaco di Nardodipace Romano Loielo nel corso dell’ultima seduta, come invece dallo stesso annunciato attraverso un “manifesto” a sua firma laddove menzionava una sorta di “Operazione Verità” con l’indicazione dei di “coloro i quali, pensando di agire nell’ombra – si leggeva nel “manifesto” – hanno tentato di attaccare in maniera diretta il sindaco, nonché l’intera amministrazione comunale”. Non da meno era anche il punto all’ordine del giorno dell’ultimo Consiglio comunale che recitava testualmente: “Denuncia nei confronti di alcuni cittadini di Nardodipace per false accuse da essi formulate ai Carabinieri di Nardodipace nei confronti del Sindaco e dell’Amministrazione Comunale nel periodo dal 6 ottobre al 4 novembre 2023”.
Nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, in ogni caso, il sindaco Romano Loielo, nel prendere la parola non le ha mandate a dire al consigliere comunale di minoranza, Samuele Maiolo, accusato di “lavorare nell’ombra” e di aver mandato una “richiesta di accesso agli atti per i lavori di riqualificazione urbana nella frazione Cassari, mandando però anche una segnalazione al prefetto per presunte irregolarità – così testualmente il sindaco nel corso del suo intervento in Consiglio comunale – nei lavori a Cassari, scrivendo pure alla Digos di Serra”.
Il primo cittadino, quindi, ha chiamato in “causa” nel corso del suo intervento anche il prefetto di Vibo Valentia, Anna Aurora Colosimo. Ecco le testuali parole del sindaco sul punto: “Il prefetto, che è una persona perbene, oltre che un’istituzione importante a sostegno degli enti locali, mi ha scritto per capire di cosa stiamo parlando e ci ha mandato una nota il 20 febbraio 2025, protocollo numero 9058, alla quale abbiamo risposto con un corposo documento”.
Poi l’affondo di Romano Loielo, rivolto alla minoranza, ma che chiama in “causa” ancora la Prefettura: “Questa amministrazione si è rotta le scatole di essere attaccata nel silenzio e nell’ombra da parte di chi non ha il coraggio di sedersi al tavolo, da parte di chi non ha il coraggio di fare politica. Si scrivono le letterine alla Procura, alla Finanza, ai Carabinieri, alla Prefettura dicendo le cose che si vogliono, in modo da impostare le cose in un certo modo per influenzare quella che è l’opinione delle forze di polizia che sono chiamate a perdere tempo e andare dietro alle vostre cosucce. Questa cosa la approfondiremo molto bene – ha dichiarato in Consiglio il sindaco – e a quella Guardia di finanza, ai Carabinieri, alla Prefettura risponderemo bene, dimostrando quello che voi avete combinato anche con quel progetto lì”. Ed ancora, sempre rivolto ai consiglieri di minoranza ed in particolare al consigliere comunale Samuele Maiolo, il sindaco ha ulteriormente spiegato: “La differenza tra noi e voi è che noi abbiamo il coraggio e gli attributi per affrontare le persone e i fatti di petto, noi le cose le diciamo nella sala consiliare se sono cose istituzionali. In questo caso la minoranza si è allargata andando ad influenzare forze di polizia, la Prefettura e così via, ma grazie a Dio – ha affermato Romano Loielo – ci sono le carte che chiariranno le cose”.
Il primo cittadino di Nardodipace è quindi passato a “svelare” il contenuto di un’interlocuzione avuta con il prefetto di Vibo Valentia prima del Consiglio comunale. Stando a quanto dichiarato pubblicamente dal sindaco in Consiglio, lo stesso avrebbe infatti avuto “una lunga telefonata con il prefetto di Vibo Valentia che ha innanzitutto espresso stima – ha affermato Romano Loielo – e soddisfazione per il lavoro che si sta facendo a Nardodipace, riconoscendo che Nardodipace è un ambiente molto duro, molto faticoso e dove per davvero non è facile amministrare e certamente ha capito che questo di cui stiamo parlando oggi non è altro che lo strascico della campagna elettorale che dura da due anni. Siccome io mi sono cresciuto in quelle istituzioni e sono uno che ama le istituzioni e per me la Prefettura è un’istituzione – ha sottolineato il sindaco –, con il prefetto si è instaurato un rapporto cordiale e se la minoranza le vuole sentire gliele dico pure in faccia queste cose perché è così che bisogna andare avanti e non nella conflittualità. Abbiamo ragionato in un certo modo con il prefetto e ho assunto un impegno perché sua eccellenza ha scritto una breve nota dove ci ha tenuto tantissimo a farmi comprendere il senso della nota stessa”. Tale nota del prefetto al sindaco inviata prima del Consiglio comunale, ad avviso del primo cittadino “non voleva essere una prevaricazione nei riguardi della piena autonomia del Consiglio comunale e dell’ente Comune, ma voleva essere la dimostrazione del segno di vicinanza per la nostra comunità e per l’amministrazione comunale, dicendo di evitare conflitti che possano danneggiare la comunità e i cittadini”. Romano Loielo ha svelato in Consiglio anche la sua risposta al prefetto: “Io rispetto la volontà del prefetto e il suo consiglio, però lei deve capire che si arriva ad un limite dove un’amministrazione comunale il giorno in cui vince le elezioni viene ricevuta da personaggi poco raccomandabili, riceve dei proiettili davanti alla porta, viene continuamente vessata da esposti anonimi nel tentativo di destabilizzarla nel suo operato. Nel momento in cui si vengono a scoprire certe cose – ha concluso Romano Loielo – bisogna chiarirle”.
Il consigliere comunale Samuele Maiolo, nel corso del suo intervento ha dal canto suo ricordato al sindaco di essere riuscito “a trasformare il Consiglio comunale in un’aula di Tribunale”, rimarcando che un ordine del giorno in cui si annuncia di fare i nomi delle persone che avrebbero presentato esposti contro l’amministrazione comunale “non può essere affrontato in sede di Consiglio comunale”, tutelandosi invece nelle sedi giudiziarie opportune se si ritiene di essere stati accusati ingiustamente di qualche reato.
Da ricordare, in ogni caso, che l’attuale prefetto di Vibo Valentia ben conosce la realtà di Nardodipace, in quanto componente (nel ruolo di presidente, tra l’altro) della Commissione di accesso agli atti (voluta all’epoca dal prefetto di Vibo Giovanni Bruno) che ha redatto la relazione che ha poi portato nel 2015 allo scioglimento dell’amministrazione Loielo per infiltrazioni mafiose. In precedenza, gli organi elettivi del Comune di Nardodipace (sempre con sindaco Romano Loielo) erano stati sciolti per infiltrazioni mafiose anche nel 2011. In sala ad ascoltare la seduta dell’ultimo Consiglio comunale di Nardodipace erano presenti sia i carabinieri che la polizia.