sabato,Aprile 20 2024

Favori in cambio di visite mediche, poliziotta indagata per corruzione

Un’assistente della Stradale avrebbe stretto un «patto corruttivo» con Orazio Lo Bianco, che in cambio di un “occhio chiuso” sulle violazioni alla guida avrebbe garantito a lei ed altri colleghi visite rapide e gratuite all’ospedale

Favori in cambio di visite mediche, poliziotta indagata per corruzione

C’è anche un assistente della Polizia di Stato, Daniela De Marco, nel registro degli indagati dell’operazione Rinascita. L’agente, 42 anni di Filadelfia, in servizio alla Stradale di Vibo, deve rispondere dell’accusa di corruzione ed è finita agli arresti domiciliari. Un reato che si sarebbe concretizzato in virtù di un accordo che la stessa avrebbe stretto con Orazio Lo Bianco, altro personaggio finito nell’inchiesta con un’ordinanza di custodia ai domiciliari insieme ad altre decine di persone.

Secondo l’ipotesi accusatoria, la De Marco sarebbe intervenuta personalmente, e per il tramite di altri colleghi non identificati, affinché gli agenti operanti non procedessero a verbali nei confronti di Lo Bianco nel momento in cui questi veniva fermato ad un posto di blocco o in casi simili. In cambio, Lo Bianco avrebbe garantito «corsie preferenziali per prestazioni sanitarie in ogni reparto dell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia». «La stessa, in più d’una occasione – si legge nell’ordinanza – come documentato dalle conversazioni, si è rivolta a Orazio Lo Bianco per prenotare visite mediche, senza pagare, presso Villa dei Gerani e l’ospedale di Vibo Valentia a favore della stessa e dei propri familiari. Lo specifico episodio corruttivo si consuma il 16 agosto 2018, quando era il Lo Bianco a contattare la De Marco, per evitare che i suoi colleghi della Polizia stradale redigessero il verbale di accertamento delle infrazioni al codice della strada compiute dal Lo Bianco». Dalle conversazioni intercettate emergeva «che il Lo Bianco aveva commesso le infrazioni (guida senza cintura e utilizzo del telefonino alla guida)»; che al momento dell’accertamento «contattava la De Marco che lo tranquillizzava»; ed emergeva infine «l’omissione dell’accertamento da parte dei colleghi della De Marco a cui in cambio era stata promessa la disponibilità, per qualunque tipo di prestazione, presso l’ospedale».

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