domenica,Giugno 8 2025

Filippo Ceravolo ricordato a Scalea, papà Martino agli studenti: «Mai più bare bianche, andate sempre sulla strada giusta»

Il giovane di Soriano vittima innocente di 'ndrangheta al centro della prima edizione de I passi della Memoria nella cittadina del Cosentino. La testimonianza del padre che da anni lotta per avere giustizia: «Non hanno distrutto solo la sua vita ma quella di un'intera famiglia»

Filippo Ceravolo ricordato a Scalea, papà Martino agli studenti: «Mai più bare bianche, andate sempre sulla strada giusta»
A Scalea la prima edizione de I Passi della Memoria per ricordare le vittime di mafia

Si è tenuta a Scalea la prima edizione de “I passi della Memoria” per ricordare tutte le vittime di mafia, a partire dai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino scomparsi nelle stragi di Capaci e via d’Amelio di cui quest’anno ricorre il 33esimo anniversario. Oltre a circa 600 studenti arrivati da tutto il territorio cosentino, diversi anche i volti istituzionali e dell’associazionismo come Angelo Serio, responsabile del Punto Luce Save The Children di Scalea, Pippo Peri, responsabile del centro “L’Ulivo di Tortora” e Antonello Grosso La Valle, presidente dell’Unpli Cosenza. La manifestazione è stata moderata dalla giornalista Nicoletta Toselli. Presente anche Martino Ceravolo insieme a sua moglie Anna, i genitori di Filippo Ceravolo ucciso per sbaglio, in un agguato di ‘ndrangheta, nelle Preserre vibonesi. L’unica colpa quella di essersi trovato nella macchina sbagliata, al momento sbagliato.

Il messaggio di Martino Ceravolo

«Ricordare è bellissimo – aveva dichiarato papà Martino nei giorni precedenti questo incontro -, perché finché sarà così, i morti non moriranno mai. Sono tredici anni che lottiamo per una giustizia che speriamo possa arrivare a breve».
Lo stesso Martino dunque ha parlato davanti a centinaia di giovani studenti: «Andate sempre sulla strada giusta e se c’è qualcosa che non va, parlatene sempre con i vostri genitori. Soprattutto, però, non prendete mai passaggi da sconosciuti perché è per un passaggio che mio figlio Filippo ha perso la vita, dichiarato vittima di mafia nel 2014. Hanno ucciso un ragazzo di soli 19 anni, distruggendo innanzitutto la sua vita e poi quella mia, di mia moglie e delle sue sorelle». Spezzata anche una passione forte, come quella per il calcio: «Qualche giorno prima della tragedia, erano già pronti i biglietti per andare a vedere Juventus-Pescara. Era un ragazzo a cui piaceva il lavoro, ma piaceva molto anche il calcio. Quella sera voleva solo andare a trovare la sua ragazza perché la mattina seguente dovevamo andare al mercato di Reggio Calabria».

Il dolore che ha vissuto e che sta vivendo papà Martino, però, non vuole vederlo nei volti di altri genitori o figli: «Ringrazio tutti voi per l’invito che mi avete offerto e per avermi dato l’opportunità di portarvi il ricordo di mio figlio. Proprio per questo io non voglio vedere un’altra bara bianca. Filippo avrebbe dovuto essere con noi».

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