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Vendita delle case popolari post alluvione a Nardodipace, il Consiglio di Stato dà torto al Comune

Respinto il ricorso dell’ente che anche per i giudici amministrativi di secondo grado non aveva alcun titolo per procedere alla vendita degli alloggi. Annullate le delibere consiliari del 2023. Ripercussioni anche su un secondo bando?

Vendita delle case popolari post alluvione a Nardodipace, il Consiglio di Stato dà torto al Comune
Il Municipio di Nardodipace e nel riquadro Romano Loielo

Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del Comune di Nardodipace contro Francesco Care’, Cosmo Santo Loielo, Maurizio Loielo, Damiano Sergio Mamone, Maria Caterina Tassone, e nei confronti Regione Calabria, confermando la sentenza resa dal Tar di Catanzaro lo scorso anno con la quale è stata annullata l’approvazione del regolamento comunale per l’assegnazione e la cessione in proprietà degli alloggi costruiti nel territorio comunale in seguito all’alluvione del dicembre 1972-gennaio 1973. Resta annullata anche la deliberazione consiliare numero 27 del 18 agosto 2023 di “approvazione del piano triennale delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari 2023-2025 ed elenco annuale 2023”, nonché la determinazione del 28 agosto 2023 di “avvio della procedura per l’assegnazione e la cessione in proprietà degli alloggi realizzati nei centri abitati di Ciano capoluogo (Nardodipace) e della frazione Cassari a seguito degli eventi alluvionali del 1972-73 di cui al regolamento approvato con deliberazione di Consiglio comunale numero 21 del 2023. Resta annullata infine anche l’approvazione dell’avviso pubblico per la presentazione delle domande di assegnazione degli alloggi. Tutti atti varati dall’amministrazione guidata dal sindaco Romano Loielo e dal Consiglio comunale in cui gode della maggioranza. Il Consiglio di Stato ha confermato la “carenza assoluta di attribuzione del Comune di Nardodipace nel predisporre l’assegnazione degli alloggi subordinatamente alla corresponsione di un contributo di 900,00 euro”, in quanto gli stessi sono già stati assegnati agli aventi diritto – peraltro a titolo gratuito in forza di una legge della Regione Calabria, non essendo dunque configurabile la proprietà comunale degli immobili”.

Anche per il Consiglio di Stato, dunque, così come in precedenza per il Tar, poiché la legge della Regione Calabria è del 2024, prima di tale momento (e quindi quando il Consiglio comunale nel 2023 ha adottato gli atti impugnati) la scelta di articolare una procedura di acquisizione degli immobili è da ritenersi “illegittima in quanto condotta in carenza di potere per mancanza di una norma attributiva”. Il Consiglio di Stato ribadisce quindi che la pretesa onerosità dell’assegnazione, introdotta dagli atti impugnati (amministrazione Loielo), “non trova riscontro nella normativa vigente”. In sostanza, il Consiglio di Stato ha ribadito il Comune di Nardodipace non aveva alcun titolo per procedere con la vendita degli alloggi costruiti in seguito all’alluvione del 1972-1973. Il Consiglio comunale ha quindi agito illegittimamente nel 2023, non disponendo di alcuna normativa che lo autorizzasse a procedere alla vendita di quegli immobili costruiti con fondi pubblici e destinati esclusivamente ad edilizia residenziale pubblica. Per tali motivi l’appello del Comune di Nardodipace avverso la sentenza del Tar di Catanzaro è stato respinto anche dai giudici amministrativi di secondo grado.

Il secondo bando e i problemi giuridici

La sentenza del Consiglio di Stato assume particolare importanza poiché mentre si attendeva l’esito di tale ricorso, il Comune di Nardodipace ha emanato un secondo bando, sempre per la vendita di alloggi costruiti nel medesimo contesto post-alluvione, ma rimasti inutilizzati e mai assegnati.
La sentenza del Consiglio di Stato potrebbe avere facili e prevedibili ripercussioni anche su tale secondo bando in quanto la normativa vigente prevede espressamente che immobili di questo tipo debbano essere assegnati solo tramite bando per edilizia residenziale pubblica (Erp) e non alienati sul libero mercato. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Romano Loielo, ha però proceduto a vendere gli alloggi a un prezzo medio di circa 6.500 euro ciascuno. L’esito del bando è stato il seguente: su 26 alloggi aggiudicati, 16 alloggi sono stati acquistati al prezzo di 6.600 euro ciascuno da una società con sede legale a Cava dei Tirreni, in provincia di Salerno.
La decisione del Consiglio di Stato potrebbe dunque concretamente fare da apripista a nuovi ricorsi con conseguente dichiarazione di nullità anche del secondo bando e pesanti ricadute per il Comune in caso dell’accertamento di eventuali danni erariali. La sentenza del Consiglio di Stato pone in ogni caso diversi interrogativi sulle procedure di gestione del patrimonio pubblico del Comune di Nardodipace e sull’effettivo rispetto delle norme in materia di edilizia sociale.

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