Nardodipace, il sindaco Loielo sulla vendita delle case popolari: «Abbiamo avuto il coraggio di affrontare problemi antichi»
Il primo cittadino ripercorre le tappe della vicenda legata agli alloggi costruiti 30 anni fa dalla Regione per accogliere gli sfollati dell’alluvione del 1973

In relazione all’articolo “Vendita delle case popolari post alluvione a Nardodipace, il Consiglio di Stato dà torto al Comune“, dal sindaco di Nardodipace, Romano Loielo, riceviamo e pubblichiamo:
La sentenza del Consiglio di Stato
Avrei innanzitutto gradito che si fosse fatta una visita preliminare a Nardodipace che avrebbe di certo aiutato a constatare coi propri occhi la realtà oggetto della narrazione, ascoltando soprattutto le motivazioni di fondo che hanno portato l’Amministrazione Comunale a promuovere un certo procedimento amministrativo, per scrivere, poi, quel pezzo giornalistico in maniera più adatta e completa.
Vi è, difatti, che gli immobili di cui si è parlato nell’articolo non sono affatto alloggi di “edilizia residenziale pubblica”, bensì dei fabbricati costruiti un trentennio fa dalla Regione Calabria e consegnati al Comune di Nardodipace per assegnarli ai cittadini colpiti dalla rovinosa alluvione dell’inverno del 1972/’73 e sfollati dalle proprie abitazioni, site, principalmente, nelle frazioni “Vecchio Abitato” e “Ragonà”.
Se fossi stato interpellato, avrei potuto raccontare la storia completa e vera di quegli immobili, ben 257 appartamenti costruiti negli anni ’80 e ’90 e consegnati, solo “in via provvisoria” agli “aventi diritto” addirittura nel 2000, ben 27 anni dopo il devastante evento calamitoso per il quale vennero realizzati. Avrei potuto raccontare la procedura seguita all’epoca dal Sindaco Antonio DEMASI che si è conclusa con la mancata consegna degli alloggi ad almeno 100 alluvionati, oramai emigrati da anni fuori Regione, e dell’esubero di una cinquantina di alloggi rimasti non assegnati “per mancanza di domande”, con la ferma ostinazione dell’Amministrazione Comunale dell’epoca di non riaprire i termini di scadenza del bando per consentire la partecipazione a coloro i quali non avevano avuto notizia per tempo di quella procedura. Avrei potuto dire che all’epoca ci sono state sostanzialmente famiglie che hanno ricevuto due o tre alloggi e altri che sono rimasti invece a bocca asciutta, così come avrei potuto rappresentare che dal 2000 in poi si è avviata un vero e proprio mercato di quegli alloggi, venduti e rivenduti senza titolo dai primi assegnatari sotto gli occhi impassibili dell’Amministrazione Comunale, che certamente aveva però piena consapevolezza di quanto stava accadendo! Si sarebbe potuto anche accertare direttamente, infatti, che nulla è stato fatto per risolvere la questione di quegli alloggi negli ultimi venticinque anni – soprattutto negli ultimi cinque anni e mezzo in cui l’Amministrazione Comunale di Nardodipace è stata guidata proprio da Antonio DEMASI, guarda caso marito di una dei cinque promotori del ricorso –, salvo correre però a presentare ricorso, come già avvenuto nel 2009 con esito sfavorevole per l’altra procedura riguardante gli alloggi degli anni ’50, quando il sottoscritto tentava di risolvere con ogni mezzo possibile quell’enorme problema ereditato! Perché, e concludo la questione sul punto, la procedura oggetto della sentenza commentata nell’articolo giornalistico la mia Amministrazione Comunale ha dovuto idearla (in un periodo in cui ancora la legge regionale n. 1/2024 che ha offerto uno spiraglio in tal senso non era stata approvata) per affrontare con efficacia il serio problema del possesso attuale della maggioranza di quei fabbricati non più da parte degli originari assegnatari ma da chi, invece, nel tempo e col più ampio beneplacito di chi doveva vigilare, li aveva semplicemente “comprati”.
Sia chiaro che il Sindaco Romano LOIELO e gli Amministratori Comunali di Nardodipace non sono degli sprovveduti, bensì cittadini ben consapevoli dei gravi problemi ereditati in diversi campi dalle precedenti Amministrazioni che gravano su una intera Comunità; cittadini responsabili che con grande responsabilità lavorano instancabilmente ogni giorno nel faticoso tentativo di risolvere quei problemi nell’interesse dell’Ente e del popolo di Nardodipace. Una sola domanda però mi pongo: perché quando si consumava quanto ho appena esposto sopra, quando quegli alloggi venivano lasciati completamente abbandonati per anni, vandalizzati e distrutti e, soprattutto, quando illegittimamente si consumava la loro indiscriminata compravendita nessuno parlava, nessuno scriveva articoli di giornale, nessuno si interessava di Nardodipace?
In ogni modo, l’Amministrazione Comunale curerà il celere completamento della procedura di assegnazione degli alloggi agli occupanti, in aderenza alla nuova legge regionale n. 1/2024, chiudendo così una ulteriore pagina buia del Comune di Nardodipace che altri hanno fortemente contribuito a renderla invece sempre più fosca!
Il secondo bando e i problemi giuridici
Appare evidente che articoli riportanti informazioni inesatte non solo rischiano di gettare fango addosso all’Amministrazione Comunale, ma anche e soprattutto rischiano di affossare qualsiasi iniziativa di sviluppo economico e sociale del territorio che evidentemente in passato altre Amministrazioni si sono dimostrate incapaci di portare avanti. Basterebbe venire a Nardodipace per accertarsi del nuovo volto che il paese sta assumendo, proteso verso un rilancio turistico ed economico del territorio attraverso una serie di iniziative pubbliche e private in grado di far riemergere una Comunità che era oramai destinata a scomparire. Quando due anni fa ho preso in mano l’Amministrazione Comunale di Nardodipace, il territorio era completamente abbandonato, la Comunità aveva perso ogni speranza di sopravvivenza e i pochi giovani rimasti erano oramai privi di speranza per il futuro! In poco più di due anni si è riusciti a fare passi da gigante, creando le basi per un serio rilancio economico del territorio attraverso la promozione turistica dell’intera area, la tutela e la salvaguardia del territorio, la creazione di importanti infrastrutture e la dotazione di servizi essenziali e moderni. Nei prossimi giorni invierò alcuni comunicati stampa per rendere partecipi i lettori della straordinaria rivoluzione che Nardodipace sta vivendo in questo momento, che inevitabilmente si riverserà positivamente sull’intera area delle Serre.
La vendita degli alloggi comunali rimasti non assegnati sin dal 2000 nulla hanno a che vedere con la sentenza del Consiglio di Stato dell’11 giugno 2025, che riguarda invece, com’è noto, la procedura di assegnazione definitiva degli alloggi agli aventi diritto colpiti dagli eventi alluvionali del 1972/’73. Il “secondo bando” di cui si è parlato nell’articolo è relativo ad alcuni appartamenti mai assegnati a conclusione della procedura promossa nel 2000 dall’Amministrazione Comunale guidata da Antonio DEMASI e che, da allora, sono rimasti per ventiquattro anni completamente abbandonati, oggetto di furti, danneggiamenti e atti vandalici. Dalle foto allegate al presente comunicato stampa i lettori potranno constatare chi è stato sinora a non rispettare le “norme in materia di edilizia sociale”, come è stato affermato! Quegli appartamenti, con tetto di copertura in lastre di eternit, sono un assoluto scempio per una Comunità civile. Dalle foto si può vedere la devastazione che nel corso degli anni quei fabbricati hanno subito, diventando ricettacolo di rifiuti e covo di animali di ogni genere! L’Amministrazione Comunale precedente non si è mai curata di trovare una soluzione per quegli immobili, per renderli produttivi, per far si che da quelle macerie potessero nascere importanti occasioni di sviluppo per il nostro territorio e per i cittadini di Nardodipace. Il Sindaco Romano LOIELO e l’Amministrazione Comunale di Nardodipace hanno sposato, invece, una linea diametralmente opposta, interventista, propositiva, concreta, idonea a ridare speranza ed effettive occasioni occupazionali ed economiche a una Comunità che ha una profonda volontà di risorgere.
Non si comprende il passaggio dell’articolo nel momento in cui afferma che “su 26 alloggi aggiudicati, 16 alloggi sono stati acquistati al prezzo di 6.600 euro ciascuno da una società con sede legale a Cava dei Tirreni, in provincia di Salerno”: la società di cui si parla è la “Immobilitaly Med S.r.l.”, che ha nella sua compagine un cittadino di Nardodipace emigrato quarant’anni or sono oltre oceano ma col sogno nel cassetto di fare qualcosa di grande per questo nostro piccolo paese! Quel concittadino e quella Società ora stanno concretamente realizzando quel sogno, dando concreta occupazione a nostri concittadini, realizzando strutture ricettive in grado di offrire la necessaria ospitalità ai tanti turisti che vorranno visitare i “Megaliti”, le opere di “Cascella”, il vecchio borgo di Nardodipace e un intero territorio dalla bellezza straordinaria e incontaminata! Quelle case sono state acquistate dalla “Immobilitaly Med S.r.l.” per trasformarle in strutture ricettive, per creare lavoro, sviluppo e benessere per una intera Comunità.
Una cosa è certa: “la decisione del Consiglio di Stato” non potrà “fare da apripista a nuovi ricorsi con conseguente dichiarazione di nullità anche del secondo bando e pesanti ricadute per il Comune in caso dell’accertamento di eventuali danni erariali”, come invece ipotizzato nell’articolo, perché a quell’autonoma procedura avviata oltre un anno fa, diversa da quella oggetto dell’attuale sentenza, nessuno ha manifestato motivi per fare alcun ricorso e i termini per farlo sono oramai ampiamente scaduti. Anzi, a dimostrazione del fatto che le attività di questa Amministrazione Comunale sono genuine e sane, va riferito che ben due candidati della lista avversaria hanno partecipato a suo tempo alla procedura per la vendita di quegli alloggi, uno dei quali se n’è anche aggiudicato uno!
Sarei grato se si smettesse di gettare negatività su Nardodipace, perché non lo merita e, soprattutto, in questo momento ha solo bisogno di tanto ottimismo e positività, oltre che della collaborazione di tutti per potercela fare a sopravvivere a quell’inesorabile declino a cui, invece, era oramai destinata.