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‘Ndrangheta: inchiesta “Costa pulita” nel Vibonese, diverse le richieste di rito abbreviato (NOMI)

La Dda ha concluso dinanzi al gup chiedendo il rinvio a giudizio per gli imputati che hanno optato per il rito ordinario. Anche il presidente della Provincia e sindaco di Briatico, Andrea Niglia, chiede l’abbreviato

‘Ndrangheta: inchiesta “Costa pulita” nel Vibonese, diverse le richieste di rito abbreviato (NOMI)

Si è concluso con una richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli imputati dell’inchiesta “Costa pulita” che non hanno optato per il rito abbreviato, l’intervento dei pm della Dda di Catanzaro, Andrea Mancuso ed Annamaria Frustaci, dinanzi al gup distrettuale Pietro Carè.

Tre posizioni rimangono invece stralciate per difetti di notifica del decreto con la richiesta di rinvio a giudizio. Si tratta degli indagati: Claudia Barbuto, (cl. ’72), di Vibo; Domenico Simonelli (cl. ’81), di Tropea, detto “Ballotu”; Antonio Merenda (cl. ’60) di Spilinga, accusato di aver favorito la latitanza di Nunzio Manuel Callà.

Sono tuttavia diversi gli imputati che hanno avanzato attraverso i rispettivi difensori una richiesta di processo con il rito abbreviato che consente un giudizio allo “stato degli atti” (e quindi senza dibattimento), a porte chiuse e dinanzi allo stesso gup. In caso di condanna, gli imputati godranno inoltre dello sconto di pena pari ad un terzo. Fra gli imputati che hanno avanzato richiesta di un processo con rito abbreviato anche l’attuale presidente della Provincia di Vibo Valentia, Andrea Niglia, nonché sindaco di Briatico. E’ accusato del reato di corruzione elettorale, per aver promesso l’assunzione del figlio di Vincenzo Francesco Accorinti – fratello del presunto capo clan Antonino Accorinti – all’interno della Italcementi spa, assicurando altresì la nomina alla carica di assessore a soggetti graditi al clan Accorinti, quali Salvatore Prostamo e Domenico Marzano (quest’ultimo anche con la carica di vicesindaco), in cambio del sostegno elettorale da parte del sodalizio criminale. Contestazione, quella rivolta ad Andrea Niglia, aggravata dal metodo mafioso ed al fine di agevolare il clan Accorinti.

A chiedere il rito abbreviato anche l’ex sindaco di Briatico, Francesco Prestia, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione elettorale aggravata dalle finalità mafiose, l’ex consigliere comunale di Briatico Sergio Bagnato (concorso esterno in associazione mafiosa) e Giancarlo Giannini (cl. ’71), ingegnere, già consigliere comunale di Vibo Valentia.

Le altre richieste di processo con rito abbreviato interessano: il boss Cosmo Michele Mancuso di Limbadi, già condannato in via definitiva nel processo “Dinasty” (in foto); Salvatore Muzzopappa (cl. ’71) di Nicotera, da Francesco Grillo (cl. ’79) di Paradisoni di Briatico, titolare di una ditta attiva nel commercio all’ingrosso della frutta; Giancarlo Lo Bianco (cl. ’80), autotrasportatore, di Vibo Valentia; i fratelli Emanuele e Simone Melluso di Briatico, Leonardo Melluso (cl. ’65) di Briatico; Salvatore Muggeri (cl. 77), di Briatico; Francesco Marchese (cl. ’86), di Briatico; Carmine Il Grande di Parghelia; il presunto boss di Briatico Antonino Accorinti (in foto in alto) il figlio Antonio Accorinti, l’imprenditore Giuseppe Evalto originario di Spilinga; Francesca Galea di Locri; Ferdinando Il Grande di Parghelia; l’imprenditore di Briatico Giuseppe Granato; Felice Loiacono di Briatico, Giancarlo Lo Iacono di Zambrone, Pasquale Prossomariti di Nicotera, Carlo Russo di Zambrone, Salvatore Prostamo di Briatico, Eugenya Umyarova (cl. ’73) dell’Uzbekistan; Davide Surace (cl. 85), di Spilinga; Federico Surace (cl. ’91), di Spilinga; Giovanni Rizzo (cl. ’82), di Nicotera.

Antonino Accorinti e Leonardo Melluso hanno avanzato richiesta di rito abbreviato condizionato all’escussione di alcuni testimoni. Sono difesi dall’avvocato Giuseppe Bagnato.

Il boss Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni” (in foto in basso) ha invece scelto il rito ordinario. Quindi in caso di rinvio a giudizio sarà processato dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia.

I difensori degli indagati. Questi gli avvocati che assistono gli 82 indagati: Francesco Lojacono; Armando Veneto; Giuseppe Di Renzo; Francesco Sabatino; Antonio Porcelli; Mario Bagnato; Francesco Muzzupappa; Francesco Calabrese; Paola Stilo; Stefania Mantelli; Michelangelo Miceli; Giovanni Vecchio; Nicola Marcella; Riccardo Adamo; Vincenzo Gennaro; Giovanni Aricò; Vincenzo Galeota; Michele Ranieli; Luca Cianferoni; Adriano Bazzoni; Francesco Gambardella; Michele Accorinti; Nicola Cantafora; Francesco Muzzopappa; Giancarlo Pittelli; Carmine Pandullo; Vincenzo Trungadi; Giuseppe Bagnato; Diego Brancia; Sergio Rotundo; Pietro Marino; Antonello Fuscà; Gabriele D’Ottavio; Pasqualino Circosta; Giuseppe Altieri; Guido Contestabile; Massimo Pugliese; Francesco De Luca; Anselmo Torchia; Daniela Garisto; Marco Talarico; Sandro Furfaro; Gregorio Viscomi; Antonio Corsaro; Salvatore Pisani; Damiano Vita; Gaetano Pacienza; Graziella Scionti; Antonio Cimino; Marco Oldani; Fabio Oldani; Domenico Francica; Daniela Costa; Vincenzo Cicino; Salvatore Staiano; Antonio Speziale; Francesco Schimio; Carmine Pandullo; Patrizio Cuppari; Michelangelo Mirabello.

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