‘Ndrangheta: inchiesta “Costa pulita” nel Vibonese, gup scioglie riserve sulle parti civili
La Presidenza del Consiglio dei Ministri, individuata dalla Dda di Catanzaro quale parte lesa, non si costituisce in giudizio. Esclusa l’associazione antimafia e antiraket “Paolo Borsellino onlus”. Gli imputati sono ben 82
Udienza preliminare in corso a Catanzaro dinanzi al gup distrettuale, Pietro Carè, che ha sciolto le riserve in ordine all’ammissione quali parti civili di diversi enti pubblici e di alcune associazioni nel procedimento penale nato dall’operazione antimafia denominata “Costa pulita” che va a colpire i clan Mancuso di Limbadi, Il Grande di Parghelia e Accorinti-Bonavita-Melluso di Briatico.
La prima notizia di rilievo è che la Presidenza del Consiglio dei Ministri, individuata dalla Dda di Catanzaro quale parte offesa, non si è presentata in aula con alcun legale per avanzare richiesta di costituzione di parte civile. Il gup distrettuale ha poi escluso dall’ammissione quale parte civile nel procedimento l’associazione antimafia e antiraket “Paolo Borsellino onlus”.
Gli enti pubblici che ammessi quali parti civili sono: i Comuni di Briatico, Vibo Valentia e Parghelia, la Regione Calabria e la Provincia di Vibo Valentia.
Fra le altre costituzioni di parte civile, l’associazione Antiracket della provincia di Vibo Valentia (assistita dall’avvocato Giovanna Fronte), l’imprenditore di Briatico Salvatore Barbagallo, l’imprenditore Francesco Cascasi di Vibo Marina, l’imprenditore Giuseppe Di Masi, dall’imprenditore di Filogaso Angelo Derenzo, socio della Tirrena Trasporti srl”, oltre a diversi altri imprenditori.
Sciolte le riserve sull’ammissione delle parti civili, l’udienza è in corso con la richiesta di rinvio a giudizio per gli imputati formulata dalla procura distrettuale. Alcuni degli imputati hanno nel frattempo già preannunciato la richiesta di accedere ad un processo con rito alternativo – allo stato degli atti, quindi, e che comporta in caso di condanna uno sconto di pena pari ad un terzo – il boss Cosmo Michele Mancuso di Limbadi, già condannato in via definitiva nel processo “Dinasty” (in foto), Salvatore Muzzopappa (cl. ’71) di Nicotera, da Francesco Grillo (cl. ’79) di Paradisoni di Briatico, titolare di una ditta attiva nel commercio all’ingrosso della frutta; Giancarlo Lo Bianco (cl. ’80), autotrasportatore, di Vibo Valentia.
Fra gli interventi difensivi oggi anche quello dell’avvocato Michelangelo Miceli che insieme all’avvocato Carmine Pandullo difende Domenico Marchese.
Gli indagati complessivi per i quali il pm della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci, ha chiesto il rinvio a giudizio sono 82 (LEGGI QUI: ‘Ndrangheta nel Vibonese: operazione “Costa pulita”, in 82 davanti al gup e QUI: ‘Ndrangheta: operazione “Costa Pulita” a Vibo, Dda chiede 82 rinvii a giudizio)
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