giovedì,Marzo 28 2024

Clan Pesce: intestazione fittizia di beni, Cassazione annulla condanna per un vibonese

Deciso un nuovo processo per un 52enne di Paravati di Mileto accusato di aver fatto da prestanome alla consorteria di Rosarno

Clan Pesce: intestazione fittizia di beni, Cassazione annulla condanna per un vibonese

Sarà necessario un nuovo processo d’Appello per Giuseppe Mazzeo, 52 anni, di Paravati di Mileto. La seconda sezione penale della Cassazione ha infatti annullato con rinvio la condanna nei suoi confronti a 2 anni ed 8 mesi rimediata in secondo grado a Reggio Calabria al termine del processo nato dall’operazione antimafia del 2010 denominata “All Inside” contro il clan Pesce di Rosarno. Anche in primo grado nel maggio del 2013 Giuseppe Mazzeo era stato condannato ad analoga pena da parte del Tribunale di Palmi. Secondo la Dda di Reggio Calabria, l’imputato avrebbe fatto da prestanome al clan Pesce – e precisamente a Marcello Pesce, alias “U Ballerinu”, di recente catturato dopo una lunga latitanza – nell’intestazione fittizia di due autovetture.

Trasferimento fraudolento di beni il reato ipotizzato nei suoi confronti, con Marcello Pesce che avrebbe simulato il trasferimento di due autovetture dalla sua concessionaria di Rosarno, già sottoposta a sequestro, a Giuseppe Mazzeo “al fine di eludere la normativa antimafia in materia di prevenzione patrimoniale”. Una “manovra” che gli uomini del Gico della Guardia di finanza avrebbero sventato grazie a un’ approfondita analisi documentale.

La Cassazione ha quindi accolto il ricorso dell’avvocato Patrizio Cuppari che aveva evidenziato un vizi e carenza di motivazione nel verdetto di secondo grado. La Suprema Corte ha quindi deciso per un nuovo processo di secondo grado per Giuseppe Mazzeo.

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