Omicidio Inzillo a Sorianello, l’inchiesta passa alla Dda (VIDEO)
Investigatori al lavoro per accertare eventuali collegamenti con il tentato omicidio di Giovanni Nesci e l’esecuzione di Giovanni Stambè, avvenuta a Gerocarne il 4 marzo scorso. Sullo sfondo la guerra di mafia tra gli Emanuele e i Loielo
Il sangue continua a scorrere nelle Preserre, all’eco della guerra di mafia tra gli Emanuele e i Loielo, iniziata nel 2002 e riesplosa, dopo due lustri di calma apparente, nel 2012. L’omicidio di Salvatore Inzillo, consumato a Sorianello, passa subito alla Dda di Catanzaro.
Per i carabinieri del Nucleo investigativo provinciale, l’assassinio di Inzillo, figura contigua agli Emanuele, potrebbe essere la risposta al tentato omicidio di Giovanni Nesci, ritenuto vicino ai Loielo, avvenuto il 2 aprile. Altra figura nota alle forze dell’ordine, Nesci. Specie in Piemonte, dove era rimasto invischiato e, per parte delle accuse scagionato, dai giudici di Ivrea.
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Piemonte che ritorna come meta degli affari della terza vittima del riesploso focolaio di guerra nelle Preserre, Giovanni Stambé, assassinato il 4 marzo a Gerocarne. Tre fatti di sangue, dunque, che gli inquirenti ritengono potrebbero essere connessi.
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Tutto ciò in una provincia in cui si fa presto a parlare di recrudescenza criminale. Dalle Preserre al capoluogo, al resto della Provincia, il passo è breve. Vibo città, teatro di un’escalation che vedrebbe protagonista il riformato gruppo criminale erede di una malavita già colpita per via giudiziaria e poi messa in ginocchio dal pentimento eccellente di Andrea Mantella.
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Mileto, anche qui il racket torna a colpire prepotente, qui dove nel 2013 si registrarono i delitti incrociati, e impuniti, di Angelo Corigliano e Giuseppe Mesiano. Qui dove attentati e intimidazioni non si sono placati neppure davanti alla tragedia che ha sconvolto una intera comunità: la morte di Francesco Prestia Lamberti.