sabato,Aprile 20 2024

Autobomba di Limbadi, non reggono le accuse per l’inchiesta “Demetra 2”

Il Tribunale del Riesame annulla l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per due giovani di Soriano in relazione alle accuse di omicidio, tentato omicidio, danneggiamento, detenzione di esplosivi e aggravante mafiosa. Restano detenuti solo per traffico di stupefacenti

Autobomba di Limbadi, non reggono le accuse per l’inchiesta “Demetra 2”
Nel riquadro Matteo Vinci

Non regge dinanzi ai giudici del Riesame l’impalcatura accusatoria messa in piedi dalla Dda di Catanzaro e dai carabinieri in relazione alle accuse di omicidio, tentato omicidio, danneggiamento, porto di esplosivi, tentata estorsione mosse nei confronti di due giovani di Soriano Calabro arrestati il 19 ottobre scorso: Filippo De Marco, 40 anni (difeso dagli avvocati Giuseppe Orecchio e Vincenzo Cicino) e Antonio Criniti, 30 anni (difeso dall’avvocato Pamela Tassone). I due giovani restano detenuti unicamente per l’accusa di traffico di stupefacenti.
I due arrestati di Soriano per sdebitarsi avrebbero fabbricato e materialmente posizionato la micidiale bomba che ha fatto saltare in aria l’auto sulla quale il 9 aprile 2018 viaggiavano Matteo Vinci, deceduto, ed il padre Francesco Vinci che è rimasto gravemente ferito. I reati sono tutti aggravati dalle modalità e dalle finalità mafiose, ma anche su tale punto il Tribunale del Riesame di Catanzaro, presieduto dal giudice Giuseppe Valea, ha annullato l’ordinanza.

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