Non si rassegnano i genitori dei 18 bimbi iscritti alla scuola materna di Dinami, che stamattina si sono presentati davanti al plesso, dove era in corso il collegio dei docenti, per rivendicare un diritto: la scuola a tempo pieno. Una possibilità che, a quanto pare, ai bambini della materna di Dinami sarebbe negata da un corto circuito burocratico. L’Ufficio scolastico regionale, infatti, non avrebbe aggiornato le iscrizioni, passate dai 12 alunni registrati nel mese di febbraio, agli attuali 18, soglia numerica entro la quale è previsto il prolungamento dell’orario scolastico al pomeriggio.

Un risultato, quello di incrementare le iscrizioni proprio per consentire il tempo pieno, che le famiglie hanno cercato con impegno e alla fine hanno raggiunto convincendo altri genitori dei centri limitrofi a iscrivere i propri figli a Dinami. Poi, la beffa, con il mancato aggiornamento da parte di quello che una volta si chiamava Provveditorato e la situazione che, dunque, non dovrebbe cambiare.

«No alle lezioni solo di mattina, come invece ha deciso l’Ufficio scolastico regionale», hanno esclamato i genitori che questa mattina hanno inscenato una protesta in concomitanza della riunione dei docenti. Dal canto suo, l’Ufficio scolastico regionale fa sapere che «le nuove iscrizioni andavano comunicate prima». Una spiegazione non digerita dalle famiglie degli alunni, secondo le quali «la scuola ha trasmesso gli elenchi 3 giorni prima della scadenza del termine ultimo».

A sostegno della loro battaglia si è schierata l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Nino Di Bella, con il vice sindaco Antonino Greco e il consigliere comunale di Dinami Antonio Campagna che partecipato alla protesta pacifica presidiata dai carabinieri.

«Abbiamo scritto al Provveditorato che non ha ancora risposto alla nostra Pec. Ci siamo rivolti anche alla dirigente scolastica, ma niente… – racconta il primo cittadino -. Ci sono famiglie in cui entrambi i genitori lavorano e adesso non sanno come fare».

Anche una coppia di nonni ha raggiunto la scuola per protestare: «Perché impedire ai bambini di trascorrere più tempo nella scuola materna? Fanno diverse attività, socializzano e nel frattempo i genitori possono lavorare. È forse meglio se stanno tutto il tempo attaccati ai telefonini?».