Divieto assoluto dell’uso dell’acqua derivante da un’area sottoposta a sequestro preventivo in località Carcara del comune di Nardodipace, attigua al nuovo depuratore i cui lavori di realizzazione sono in fase di ultimazione. E’ quanto disposto con apposita ordinanza dal Comune di Nardodipace che ha disposto il divieto assoluto di accedere all’area in questione e di manomettere l’attuale occlusione del laghetto. L’ordinanza sindacale scaturisce da un controllo effettuato dai carabinieri del Noe di Reggio Calabria, coadiuvati dal personale della Stazione dei carabinieri di Nardodipace e da personale dell’Arpacal di Vibo Valentia, nell’ambito di attività afferenti alla tutela ambientale. Dal monitoraggio del depuratore di Ciano capoluogo di Nardodipace, sito in località Carcara, i carabinieri sono quindi arrivati al sequestro preventivo dell’area che ha dato origine al “laghetto”, una sorta di buca, c.d. “gebbia”, realizzata nel suolo.

Il sequestro preventivo dell’area è stato convalidato dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, mentre Arpacal e carabinieri hanno provveduto ad eseguire dei prelievi nel “laghetto”. Tutti e tre i campioni analizzati sono risultati caratterizzati da “un’elevata contaminazione di origine fecale” e da qui l’ordinanza sindacale di divieto assoluto di usare l’acqua derivante da località Carcara (a salvaguardia della salute e della sicurezza pubblica), nonché il divieto di accedere all’area e manomettere l’occlusione del laghetto. La zona in questione è attigua al nuovo depuratore i cui lavori – ad avviso dell’amministrazione comunale – sono stati ultimati e ci si trova in fase di pre-collaudo, mentre è stata prodotta alla Provincia di Vibo Valentia la necessaria autorizzazione allo scarico. Il nuovo depuratore, nelle intenzioni del Comune, dovrebbe essere in grado di collettare e depurare gli scarichi fognari dell’intero centro abitato, compreso il nuovo insediamento di Nardodipace realizzato a seguito degli eventi alluvionali del 1972 e del 1973. Il Comune di Nardodipace da anni risulta privo di efficienti impianti di depurazione, tanto da rientrare nella lista degli enti locali calabresi per i quali è stata attivata la procedura di infrazione comunitaria.