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La polizia ha arrestato il latitante Domenico Crea, 37 anni, di Cinquefrondi, capo della cosca di Rizziconi e zone limitrofe, collegata e imparentata con la potente famiglia Alvaro di Sinopoli, 2 agosto 2019. Era ricercato dal 2015 quando fu emessa una misura cautelare per associazione mafiosa e estorsione dopo la condanna in primo grado a 15 anni di reclusione emessa dal Tribunale di Palmi. Da allora Crea è stato colpito da numerosi provvedimenti per associazione mafiosa ed estorsione ed è stato condannato in via definitiva a 21 anni di reclusione. Crea, il cui nome era inserito nell'elenco dei latitanti più pericolosi, è stato arrestato da personale della Squadra mobile di Reggio Calabria, supportato da personale del Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine e della Squadra mobile di Vibo Valentia. L'uomo è stato arrestato a Santa Domenica di Ricadi (Vibo Valentia). ANSA/ UFFICIO STAMPA POLIZIA DI STATO +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

È definitiva la condanna a 22 anni e 8 mesi di carcere per il boss Domenico Crea di Rizziconi. L’ha deciso la Corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso degli avvocati confermando la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria che l’anno scorso aveva condannato l’imputato per associazione a delinquere di stampo mafioso e per estorsione ai danni dell’imprenditore Nino De Masi, il testimone di giustizia che da anni vive sotto scorta. La sua azienda è anche oggi presidiata dall’Esercito. De Masi si è costituito parte civile nel processo contro Domenico Crea, figlio del boss di Rizziconi Teodoro Crea detto “Toro” e fratello di Giuseppe Crea, già condannati in via definitiva per lo stesso reato.

