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Quarantesimo anniversario scomparsa di Berto: dodicesimo cartiglio a Ricadi

Indicherà uno dei luoghi citati dallo scrittore nei suoi libri. Verrà donato dal Comune di Mogliano Veneto che ha dato i natali al grande scrittore, morto e sepolto a Capo Vaticano dove ha scelto di vivere gli ultimi anni della sua vita scrivendo il "Male oscuro"

Quarantesimo anniversario scomparsa di Berto: dodicesimo cartiglio a Ricadi

Il quarantesimo anniversario della scomparsa dello scrittore Giuseppe Berto (Mogliano Veneto  1914 – Ricadi 1978) sarà ricordato con la produzione di un adattamento teatrale del suo ultimo libro, “La gloria”, pubblicato proprio nell’anno della sua morte. Sarà presentato in anteprima nazionale venerdì 26 ottobre a Mogliano Veneto, città natale dello scrittore, che a questo anniversario dedicherà numerose iniziative per un’ intera settimana, dal 22 al 30 ottobre. L’adattamento è stato curato da Nicola De Cilia, scrittore finalista del Premio Berto del 2016, ed insegnante al Liceo cittadino intitolato a Berto, ed è prodotto dal Teatro Busan di Mogliano Veneto, con l’interpretazione di Alberto Fasoli e la regia di Giuseppe Emiliani. “La gloria”, è un’opera che “resiste imperterrita al tempo che corre”. Così la definì Cesare De Michelis, l’editore recentemente scomparso che fu tra i più appassionati studiosi di Berto, colui che diede un impulso significativo alla ristampa delle sue opere a partire dal 2014 e che, senza alcuna incertezza, definì l’autore del “Male oscuro” “il più grande scrittore della seconda parte del Novecento italiano”. “La scrittura e il racconto come testimonianza erano le armi di Berto per non arrendersi definitivamente al “male universale” e con questo stato d’animo, con questa lucida coscienza, egli continuò a praticarli lealmente e ostinatamente come un “dovere” per quarant’anni, solo che la salute glielo consentisse, ogni volta ripartendo da capo l’esplorazione della vita e dei sentimenti, dell’animo e delle sofferenze, restio a sviluppare una propria poetica, a imbastire qualsiasi teoria, persino a difendersi dalle altrui maldicenze: per questo allora, in quel terribile 1978, scrisse “La gloria”, un testo cioè che nulla aveva a che fare con il vissuto o l’esperienza e piuttosto cercava di esprimersi allusivamente, se non addirittura allegoricamente, al punto che nel suo Giuda specchia candidamente se stesso, anch’egli quindi “traditore” della verità, che è comunque il messaggio di Cristo: “Io dico parole di verità”. Così scrisse Cesare De Michelis nella prefazione a “La gloria” (Bur, novembre 2014). “Per noi questo anniversario è occasione per lasciare un segno concreto nei luoghi della nostra città che furono i luoghi di Giuseppe Berto, perché sia patrimonio di tutti noi e di coloro che nel suo nome e nella passione per le sue opere vorranno venire a Mogliano a capire qualcosa di più del nostro grande scrittore. Per questo scopo abbiamo deciso di apporre nei luoghi citati da Berto nei suoi libri dei cartigli che indicheranno una sorta di percorso Berto”, commenta il sindaco di Mogliano Carola Arena. Il posizionamento di undici cartigli e il loro ideale scoprimento darà il via alla settimana di celebrazioni per questo quarantesimo anniversario della scomparsa dello scrittore moglianese. (22 ottobre ore 11.00), presente anche Antonia Berto, figlia di Giuseppe.                                                                                                                                      Un dodicesimo cartiglio sarà donato alla città di Ricadi, di cui Berto nel “Male oscuro” scrisse che “potrebbe andare bene come luogo della mia vita e anche della mia morte”.  Un luogo dove effettivamente Berto visse gli ultimi anni della sua vita e dov’è sepolto. Una relazione, quella tra Mogliano e Ricadi, sviluppatasi per decenni nel nome dello scrittore nella collaborazione per la gestione del Premio Berto, ospitato dai due comuni in alternanza dal 1988, e proprio in questi giorni suggellata da un gemellaggio deliberato dai rispettivi Consigli comunali.

 

 

 

 

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