giovedì,Aprile 25 2024

Il biografo ufficiale di Natuzza difende l’operato del vescovo Renzo

Il professor Valerio Marinelli ricorda le volontà della mistica di Paravati e condanna gli attacchi ricevuti dal presule per la sua «legittima» richiesta di modifica dello statuto della Fondazione. Sottolineata  l'importanza del nulla osta per il processo di beatificazione

Il biografo ufficiale di Natuzza difende l’operato del vescovo Renzo

Oltre ai figli di Natuzza Evolo difende anche il vescovo Luigi Renzo, il professore emerito dell’Unical Valerio Marinelli che ritorna sulla vicenda legata alle mancate riforme dello statuto della Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” richieste oltre due anni fa dalla Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea. Il biografo ufficiale dell’umile mistica di Paravati, autore di ben dieci volumi a lei dedicati, si sofferma in particolare ed ancora una volta “sulla vergognosa campagna intrapresa sui social network”, in questo caso da mesi, nei confronti dell’operato del presule, “il quale, a dire dei denigratori, avrebbe osato contrapporsi a quanto stabilito nello statuto, in modo immodificabile, e dunque valido per sempre, dalla Madonna stessa e da Mamma Natuzza. Intanto – puntualizza Marinelli, lo studioso che ha seguito passo dopo passo la vita della mistica, morta nel giorno di Ognissanti del 2009 – le richieste del vescovo di modifica di alcuni punti dello statuto, ai ben pensanti e ai non schierati a priori in “guelfi e ghibellini”, sembrano del tutto ragionevoli e del tutto consoni all’esercizio delle sue prerogative di vigilanza religiosa sull’operato della fondazione, se essa vuole fregiarsi del titolo di “Ente morale di culto e religione”, rimanendo all’interno della Chiesa, così come è stata concepita da Mamma Natuzza. Il nostro amato vescovo ha dato molte prove del suo grande amore per lei, riuscendo, tra l’altro, ad ottenere dal Vaticano, dopo nove anni dalla morte, il nulla osta all’apertura del processo di beatificazione. Padre Pio ha dovuto invece attendere 15 anni”. Chiarito da che parte sta monsignor Renzo, il professore Marinelli ci tiene poi a sottolineare “il profondo rispetto che Natuzza ha sempre avuto per l’autorità religiosa, ed in particolare per il proprio vescovo”, il quale  “deve essere la stella cometa che dovrà guidare i membri del consiglio di amministrazione nelle loro decisioni finali in quest’ultima drammatica fase della controversia tra Fondazione e diocesi, come chiaramente risulta anche dai consigli dati a suo tempo da Mamma Natuzza al diacono permanente Giorgio Redini di Uliveto Terme (Pisa) e da lui interiorizzati e testimoniati”. A supporto di questo importante spaccato di vita della mistica il biografo ufficiale riporta, appunto, le testuali parole messe nero su bianco dal diacono toscano: “Mi disse Mamma Natuzza: “Una volta il vescovo di Mileto mi proibì di ricevere le persone; vedi, mi costava tanto tenere la porta chiusa quando le persone bussavano, però così voleva il vescovo e l’ho fatto. Ricordati sempre, non bisogna disubbidire al vescovo”. E ancora: “Una volta, ad una richiesta da parte mia, per l’incontro che avevo col mio vescovo, prima della petitio per il diaconato permanente, mi disse: “Preghiamo per la tua vocazione, prega per il vescovo, preghiamo insieme. Ricorda sempre: quando dobbiamo andare dal vescovo, prima preghiamo, magari in chiesa, e poi andiamo da lui e facciamo quello che ci dice lui. Se quello che ci dice non è quello che vogliamo, facciamo per obbedienza quello che il vescovo ci dice, facciamolo ugualmente, così facciamo contento Dio. Dobbiamo obbedienza al vescovo così come la dobbiamo a Dio… Prega, vai dal vescovo e poi fai quello che lui ti dirà, fallo anche se non è quello che vuoi”. “Una voltaracconta sempre lo stesso Redini – parlando del diaconato con lei, mi disse: “Gesù vuole che amiamo la sua chiesa e i vescovi e i sacerdoti, il vescovo è nostro padre e gli dobbiamo rispetto, tutto quello che ti dice lo devi fare con rispetto, lui è un padre e va rispettato… Rispetta il vescovo come rispetti tuo padre (mio padre è morto quando avevo sei anni) che è in Cielo: ecco, come devi rispetto a tuo padre, così lo  devi al tuo vescovo che per noi è un padre”. Eviscerati in modo dettagliato i molteplici elementi in difesa del presule miletese, il professore Marinelli (in foto) conclude il suo intervento rimarcando e gridando quasi con forza che “questa è la volontà di Natuzza, non quella sostenuta da alcuni, fuorviati dall’amor proprio e dalle sottili seduzioni del demonio”.   LEGGI ANCHE: Il biografo ufficiale di Natuzza: «Rispetto per i familiari della mistica»

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