venerdì,Aprile 19 2024

Dai fossili alle bocche dell’inferno: a Cessaniti si lavora per realizzare il sentiero di San Basilio

Il percorso è stato messo nero su bianco dall’associazione locale Panta rei. Si cerca di promuoverlo per trasformare il progetto in realtà. Tra i punti d’interesse anche palazzo Cefalà e l’antica grotta di San Leoluca

Dai fossili alle bocche dell’inferno: a Cessaniti si lavora per realizzare il sentiero di San Basilio
Alcune tappe del Sentiero di San Basilio: la grotta Malacuruna, palazzo Cefalà e sito paleontologico

Un percorso tra fossili, natura ed enogastronomia. Un itinerario per consentire ai visitatori di conoscere il sito paleontologico di Cessaniti, la storia del piccolo centro, i punti di interesse e i prodotti simbolo del territorio. Il progetto è messo nero su bianco dall’associazione “Panta rei” (in collaborazione con Istituto comprensivo Cessaniti, Calabria trekking, Adriana Maria Mazzitelli, Giusi Valeriano, Luigi Cotroneo e Gaetano Mazzarella) che spera di rilanciarlo oltre i confini locali grazie ad una concreta sinergia tra istituzioni ed enti culturali. Un primo passaggio consiste nel far conoscere il percorso, denominato “Il sentiero di San Basilio”, promuoverlo, raccogliere forme di collaborazione in grado di trasformare il progetto in realtà. Ma soprattutto suscitate viva curiosità e un moto di orgoglio nella comunità. La creazione di un itinerario turistico potrebbe avere ricadute significative sul territorio, quanto a livello economico quanto sociale. Potrebbe essere inserito in un circuito turistico capace di mettere in collegamento diverse aree del Vibonese, dalle grotte di Zungri a Briatico. A giudizio del sodalizio, per mettere in sicurezza il percorso e garantirne la fruibilità non sono necessarie cifre insormontabili. Piuttosto vi deve essere la volontà a immettere nel mercato una proposta turistica seria e appetibile. Le basi ci sono tutte. [Continua in basso]

Un frame del progetto presentato dall’associazione Panta rei

Il sito paleontologico di Cessaniti

Il sito paleontologico attrae Università, studiosi e ricercatori da ogni angolo d’Italia. Così come le scuole, sempre più proiettate verso metodi di apprendimento sul campo, non solo nelle aule.

L’area riveste una grande importanza poiché in grado di raccontare, a partire da 7 milioni di anni fa, l’evoluzione dei primitivi abitanti del mare e della terra nonché i cambiamenti geografici che hanno interessato le nostre terre. Come riportato nello studio “The paleontological site of Cessaniti”, tra i vertebrati marini rinvenuti si trovano sirenidi, tartarughe, pesci marini tropicali, razze e denti di squalo. Tra i mammiferi terresti, invece, proboscidati, rinoceronti, bovidi e giraffidi. Molti reperti sono custoditi nel Museo paleontologico di Parghelia che richiama centinaia di visitatori, tra cui moltissimi studenti. Eppure, finora, troppo poco si è spinto per tutelare quanto custodito nel comprensorio cessanitese. Ma quali sono i punti forte del percorso? Li ha illustrati in una relazione ad hoc proprio la “Panta rei”. [Continua in basso]

Palazzo Cefalà

L’itinerario tra fossili, storia e natura è di difficoltà media ed è caratterizzato da diverse altezze e differenti livelli di pendenza. È accessibile sia ai più esperti che a coloro che vogliono mettersi in gioco per la prima volta. Si parte dal centro storico di Cessaniti. I primi insediamenti risalgono al 1200 come casale della vicina Briatico. Il borgo contiene due piccoli gioielli: l’antica chiesa di San Basilio Magno, di epoca bizantina, ricostruita dopo il drammatico terremoto del 1783. C’è poi Palazzo Cefalà, costruito negli anni Venti, all’interno del quale sono visibili un frantoio e le carrozze. Vi è anche un suggestivo giardino. Il sito si presta a sede di eventi culturali, musicali e di aggregazione. Già in occasione delle Giornate Fai è stata sede di allestimento di un piccolo Museo multimediale del fossile. Nella circostanza furono esposte opere degli artisti La Gamba e Di Gesu. Per l’associazione “Panta rei”, palazzo Cefalà potrebbe divenire anche uno spazio dove immergersi nella cultura culinaria locale. Un luogo dove degustare i prodotti tipici e al contempo vivere la quotidianità delle famiglie cessanitesi.

La grotta di Malacuruna

Il viaggio continua poi con Malacuruna (Vena Superiore). Si tratta di un’ampia cavità scoperta alcuni anni or sono in località Malacuruna, nei pressi dei ruderi di un antico monastero basiliano. È assai probabile, riferisce la “Panta rei”, che si possa trattare della grotta in cui San Leoluca patrono di Vibo Valentia visse gli ultimi anni della sua vita. Si tratta di un ambiente ipogeo di enormi dimensioni, basti pensare che la superficie è di mille metri quadri. Ha le caratteristiche strutturali di una chiesa rupestre: una navata unica e numerose nicchie lungo le pareti per contenere icone o lucerne. [Continua in basso]

Vucchi d’umpernu

Nella periferia di Cessaniti c’è una zona nota alla gente del posto come “vucchi d’umpernu”, bocche dell’Inferno. Nel terreno accanto alle radici di giganteschi alberi di ulivo secolari vi sono grandi cavità dalla forma circolare. Sono profonde oltre 40 metri e sprigionano forti correnti d’aria. Le leggende sono diverse: per alcuni si tratta del respiro del diavolo, per altri rifugio di un terribile mostro. Secondo alcuni racconti, le bocche nasconderebbero piccoli folletti vestiti di rosso, i fajetteji. E ancora, in paese si tramanda la credenza secondo la quale “i vucchi” inghiottirono Cozzojeroniu, uno dei primi insediamenti urbani del territorio cessanitese.

Guzzijerni

Tuffo nella storia religiosa del territorio con località Guzzijerni che risale all’epoca di insediamento della comunità monastica di San Basilio. Sono ancora visibili il muro perimetrale in pietra del vecchio monastero e resti delle tombe scavate nell’arenaria. Sono presenti anche vecchi fornaci. Purtroppo, nel secolo scorso, moltissimi reperti tombali sono stati sottratti dal villaggio e allo stato attuale non si conosce l’economia e la storia del piccolo centro abitato. Ultimo step di questo percorso viene rappresentato dal sito paleontologico. Qui, nelle cave Brunia e Forconi, nella seconda metà dell’800, vennero rinvenuti importanti giacimenti di fossili risalenti all’Eria terziaria. Erano clypeaster, o biscotto di mare, antenati dei ricci di mare. Da quel momento in poi, il nome di Cessaniti iniziò ad essere associato dalla comunità scientifica internazionale al sito paleontologico, tra i più suggestivi d’Europa.

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