venerdì,Aprile 19 2024

Nicotera, il monito di Gratteri: «Solo la cultura può sconfiggere la ‘ndrangheta» (VIDEO)

Nuovo bagno di folla per il procuratore di Catanzaro protagonista, nella piazza che fu teatro dell’atterraggio non autorizzato dell’ormai famoso elicottero nuziale, di una serata all’insegna dei temi della legalità

Nicotera, il monito di Gratteri: «Solo la cultura può sconfiggere la ‘ndrangheta» (VIDEO)

Nella piazza divenuta tristemente famosa per l’atterraggio non autorizzato dell’elicottero di una giovane coppia di sposini, irrompe nuovamente la legalità, e il procuratore generale di Catanzaro, Nicola Gratteri, suona la sveglia a Nicotera, cittadina del Vibonese e centro nevralgico del feudo di uno dei più potenti clan calabresi: i Mancuso di Limbadi.

Non a caso, l’estensione dei tentacoli della ‘ndrangheta in Italia e in Europa, la diffusione delle droghe leggere e il dibattito sulla loro legalizzazione, le infiltrazioni mafiose negli enti locali (Nicotera è comune commissariato), sono stati i temi al centro dell’intervista del corrispondente Rai Alberto Romagnoli al procuratore che, presentando il suo libro “L’inganno della mafia” (scritto insieme a Antonio Nicaso) su invito del gruppo “Dopo le 22”, ha posto l’accento soprattutto sulla cultura come “arma finale” per debellare il malaffare.

Un nuovo bagno di folla per il magistrato che quest’anno ha riempito le piazze calabresi al pari di una “rock star”, squarciando il velo su una regione in cerca di uomini simbolo e di messaggi di speranza contro soprusi e arretratezza.

All’incontro hanno partecipato, fra gli altri, il prefetto di Vibo Guido Nicolò Longo, il questore Filippo Bonfiglio, il comandante provinciale dei carabinieri Gianfilippo Magro, il commissario straordinario del Comune di Nicotera Nicola Auricchio e il deputato Dalila Nesci.

Tra i temi del confronto in piazza a Nicotera anche quello scottante dell’immigrazione. «Un popolo civile, democratico che ha la presunzione di essere guida morale ed etica – ha dichiarato Gratteri -, non può pensare di risolvere il problema facendo costruire delle gabbie. Le mafie – ha aggiunto – sono presenti anche qui perché c’è da gestire soldi. Sono interessate ai latifondi che comprano e fanno coltivare da operai in nero o sottopagati come gli extracomunitari di Rosarno. Noi potremmo far finire questi viaggi, per i quali un terzo muore in mare e un terzo nel deserto, ma termineranno solo quando finirà la gente in Centro Africa. È necessario andare lì con i servizi segreti e capire chi organizza questi viaggi e costruire lì aziende agricole, scuole e uffici».

Poi la questione della legalizzazione delle droghe leggere. «Si sta discutendo in Parlamento sulla legalizzazione delle droghe leggere. Importanti magistrati sono per la legalizzazione, io “pubblico ministero di campagna” non sono d’accordo. Ritengo di poter dire la mia – ha aggiunto – perché da 30 anni contrasto la mafia che introduce l’80 per cento di droga in Italia. Gente sopra le nostre teste che non sa nulla di droga parla di legalizzazione. Non accetto questi slogan che pompati mediaticamente diventano credibili e questo è un guaio. Se noi legalizziamo la marijuana, che ha un principio attivo molto forte che sballa, secondo questi magistrati, le forze dell’ordine potranno dedicarsi ad altro. Però un’organizzazione criminale, se viene legalizzata una parte di droga, venderà l’altra, quella pesante. La cocaina si produce in Colombia, Bolivia e Perù dove è vietata la vendita ed è, per questo, controllata dai narcotrafficanti. Quindi l’Italia dovrebbe comprarla da loro. Scandalizza – ha concluso Gratteri – che lo Stato venda qualcosa che rende dipendenza e fa male. Stiamo attenti perché se bevo vino posso smettere prima di ubriacarmi, ma se mi faccio una canna sballo subito».

Infine la ramificazione delle mafie in Europa. «L’Italia ha a disposizione la migliore polizia d’Europa anche perché noi siamo preparati per contrastare le mafie più pericolose al mondo. Anche dopo la strage di Duisburg, l’Europa ancora nega la presenza della mafia nel continente. Invece, le mafie vendono cocaina e acquistano di tutto, alberghi, ristoranti, pizzerie. Il pericolo – ha aggiunto ancora Gratteri – è quello che se riescono ad acquistare anche i media potrebbero riuscire a banalizzare i comportamenti di correttezza, lavorando ai fianchi le basi della morale e dell’etica».

L’unica arma contro la mafia, per Gratteri è la cultura. «Grazie alla cultura nessuno si fa prendere in giro dal mafioso di turno. Un popolo istruito si ribella e reagisce». Quindi si è soffermato sulla necessità di informatizzare gli uffici giudiziari. «Negli armadi dei Tribunali – ha spiegato in conclusione il procuratore Gratteri – sono fermi migliaia di fascicoli. E’ necessario creare un sistema informatizzato come a Catanzaro, dove sono presenti i vertici delle forze dell’ordine tra i migliori d’Italia».

LEGGI ANCHE:

Legalità: appuntamento a Nicotera con Nicola Gratteri

Gratteri a Vibo: «Abbiate fiducia nella magistratura»

Gratteri a Filadelfia: «’Ndrangheta quasi imbattibile, possiamo solo pareggiare»

Articoli correlati

top