venerdì,Marzo 29 2024

Zone svantaggiate agricole, cinque sindaci del Poro si appellano a Nesci e Gallo

La denuncia in una lettera: «I parametri non sembra siano stati adeguatamente calibrati alla realtà dei nostri comuni. L’ingiusta esclusione vede venire meno sia l’assegnazione dell’indennità compensativa e sia ogni altro beneficio»

Zone svantaggiate agricole, cinque sindaci del Poro si appellano a Nesci e Gallo
Una panoramica di Monteporo

«L’individuazione del regime comunitario delle zone svantaggiate agricole (direttiva 75/268/Cee), avvenuta poco dopo l’avvio della politica agricola unitaria, aveva l’obiettivo di stemperare le disparità naturali esistenti tra le diverse regioni agricole dell’Unione attraverso l’istituzione di un regime particolare di aiuti (indennità compensative), destinato a incentivare le attività agricole e migliorare il reddito degli agricoltori. La finalità era quella di preservare tale attività a presidio del territorio e fermare lo spopolamento, laddove un livello minimo di popolazione e la conservazione dell’ambiente naturale non sarebbero stati altrimenti assicurati». [continua in basso]

Questo l’incipit di una articolata lettera che cinque sindaci del Vibonese Alessandro Porcelli (Drapia), Domenico Petrolo (Rombiolo), Enzo Fulvio Marasco (Spilinga), Maria Budriesi (Zaccanopoli) e Francesco Galati (Zungri) hanno inviato al sottosegretario per il Sud e la coesione territoriale Dalila Nesci e all’assessore regionale alle Politiche agricole e sviluppo agroalimentare Politiche sociali e per la famiglia Gianluca Gallo.

«I successivi regolamenti – prosegue la missiva – sul miglioramento dell’efficienza delle strutture agricole, o sul sostegno allo sviluppo rurale, hanno mutuato tale definizione; tra le principali innovazioni, introdotta dalla riforma avviata con Agenda 2000, vi è la maggiore valenza ambientale attribuita a questa misura di sostegno prevedendo una condizionalità ambientale nella concessione dell’indennità». [continua in basso]

Detto questo, i cinque primi cittadini fanno poi presente che «l’individuazione delle zone caratterizzate da svantaggi naturali, attraverso l’uso di otto parametri ed il ricorso a criteri di classificazione del territorio adeguati rispetto agli obiettivi che ci si pone, avrebbero dovuto consentire una lettura efficace dei fenomeni rilevanti ai fini dell’impostazione dell’azione pubblica. Sul piano delle politiche – è scritto nel testo della missiva – tutto ciò si traduce nella necessità di un approccio che garantisca la coerenza tra i diversi interventi che possono impattare sul territorio (si pensi agli aspetti infrastrutturali, ai servizi e alle reti di trasporto), che valorizzi tutte le risorse, non solo economiche ma anche quelle naturali e ambientali, esistenti a livello locale ed ancora la forte decrescita economica e demografica».  Tali parametri, però, a giudizio degli interessati, «non sembra siano stati adeguatamente calibrati alla realtà dei nostri comuni che racchiudono la quasi totalità delle aziende agricole dell’area del Poro. L’ingiusta esclusione vede venire meno sia l’assegnazione dell’indennità compensativa e sia ogni altro beneficio previsto dal Psr (Piano di sviluppo rurale) e dai fondi ministeriali per le aree svantaggiate. Tali decisioni, in questa fase assai difficile, accentuano il disagio socio economico del mondo agricolo di queste aree».

Per tali ragioni, i sindaci fanno infine appello alla Nesci e a Gallo «affinché – chiude la lettera – si ponga rimedio a tali palesi ingiustizie e si fissino criteri trasparenti tali da potere essere simulati adeguatamente nei vari territori».

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