sabato,Aprile 20 2024

Vibo, focus su infortuni e malattie professionali nel settore artigianato – Video

Al Centro servizi per il volontariato l’iniziativa promossa da Inail, Opra ed Ente bilaterale Calabria

Vibo, focus su infortuni e malattie professionali nel settore artigianato – Video

E’ una vera e propria emergenza. In Calabria più che altrove. Gli infortuni e le morti sui luoghi di lavoro. Tanti, troppi. Più che altrove secondo gli ultimi dati. Un tema caldo oggetto di un seminario promosso da Inail, Opra, ed Ente bilaterale artigianato andato in scena nella sala convegni del Centro servizi volontariato di Vibo Valentia. Tra i relatori il segretario generale dell’Area Vasta della Cgil, Raffaele Mammoliti

I numeri. Nel corso del 2018, circa 641 mila lavoratori, operanti prevalentemente nel settore privato, sono stati vittime di incidenti sul lavoro. Circa l’85% degli incidenti si sono avuti nel corso delle attività lavorative, mentre il 15% circa in itinere, nel percorso casa lavoro. Nel periodo temporale che comprende gli anni 2017 e 2018, il numero più elevato di infortuni mortali riguardante i lavoratori in servizio, si è registrato a Crotone, seguito da Isernia e Campobasso. «Ancora una volta – commenta Ornella Cuzzupi, segretario Ur Calabria – è il sud dell’Italia ad essere colpito da queste tragedie, probabilmente perché poco attento alle norme di sicurezza e salvaguardia dell’incolumità dei lavoratori, sui luoghi di lavoro, probabilmente perché non si investe sulla formazione e non ci si adegua alle norme europee di riferimento, probabilmente perché non si applicano scrupolosamente le leggi in vigore, probabilmente perché non si esercitano i dovuti controlli ispettivi, nelle aziende, nelle fabbriche e nei luoghi lavorativi del pubblico e del privato. Le province di Gorizia, Torino, Novara e Milano sono in testa, per il 2018, con il più alto tasso di malattie professionali tumorali. Il più elevato numero di malattie cancerogene, con decessi, dovute alle condizioni non conformi alla tutela della salute, si registra a Taranto, dove il 70% dei tumori denunciati è imputato al settore metalmeccanico, seguita da Torino, Napoli, Milano, Genova e Venezia. È impensabile che, oggigiorno – conclude Cuzzupi -, si debba ancora parlare di morti bianche ed occorre l’ impegno sinergico di tutti i lavoratori, i loro rappresentanti ed i datori di lavoro, ognuno per la propria parte, per far sì che si investa in sicurezza, osservando il rispetto delle vigenti normative, affinché ciò possa rafforzare il sistema di prevenzione, che, una volta per tutte, metta al centro della propria agenda la garanzia della sicurezza per chi svolge il proprio dovere».

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