martedì,Marzo 19 2024

Il risveglio dei vignaioli vibonesi, ora si punta alla Doc “Costa degli Dei”

Idee chiare e voglia di uscire dall’anonimato. Cinque cantine lavorano con la Regione Calabria per ottenere la Denominazione di origine controllata scommettendo su Magliocco e Zibibbo   

Il risveglio dei vignaioli vibonesi, ora si punta alla Doc “Costa degli Dei”

Importanti novità nel panorama enologico calabrese che vede protagonista, nel dettaglio, la scena vibonese, sempre più in fermento grazie all’attivismo di piccole ma dinamiche cantine che dimostrano di avere le idee chiare. Specie in materia di recupero dei vitigni autoctoni e cura dei processi produttivi. Una lungimiranza che ora punta ad un risultato ambizioso attraverso la costituzione di una nuova Doc che possa valorizzare le produzioni locali e che andrebbe a in particolare con l’area costiera nota come “Costa degli Dei”. Definizione che dovrebbe dare il nome anche all’etichetta che certificherà l’origine dei vini qui prodotti. Nella nuova Doc rientrerebbero comunque non solo i comuni costieri, ma ben 38 centri su 50 della provincia, rappresentando questa, quindi, un’importante opportunità anche per l’entroterra. E non solo sul piano commerciale ma anche e soprattutto su quello turistico, considerato il richiamo che il riconoscimento della Doc potrebbe avere sotto il profilo del turismo enologico ed enogastronomico. Settore sempre più in crescita nel Paese.

I primi passi sono stati già mossi. I promotori dell’iniziativa hanno già incontrato funzionari della Regione Calabria per tracciare l’iter burocratico e amministrativo che possa portare alla definizione della nuova Denominazione di origine controllata. L’iniziativa parte da 5 cantine tra le più attive e promettenti della provincia di Vibo: Cantine Benvenuto di Francavilla, Cantine Artese di Zambrone, Casa Comerci di Nicotera, Marchisa di Tropea e Masicei di Brattirò. Poco meno di 400 gli ettari di vigna rivendicabili in funzione della Doc di cui la maggioranza a Nicotera, quindi a Drapia e a Limbadi. Magliocco Canino per i rossi e Zibibbo per i bianchi le uve sulle quali si intende puntare per mettere in risalto le produzioni tipiche del luogo e rilanciare sul mercato le ambizioni di un prodotto innovativo, originale e al contempo fortemente identitario. «Quello che speriamo di ottenere – ha dichiarato Cosmo Rombolà di Cantina Masicei alla rivista specializzata Winemag – è uscire da questa sorta di anonimato che contraddistingue la parte tirrenica della regione, nota più altro per la bellezza delle sue spiagge. Abbiamo avuto un’ottima impressione e speriamo che ora il percorso possa iniziare ufficialmente». 

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