venerdì,Aprile 26 2024

Occupazione in aumento nella provincia di Vibo Valentia

La Camera di commercio evidenzia dati positivi nel mercato del lavoro. A trainare sono i settori turistico e commercio. Tra le figure più richieste: cuochi, camerieri, baristi e professioni simili

Occupazione in aumento nella provincia di Vibo Valentia

«I dati relativi all’iscrizione d’imprese nel registro della Camera di Commercio di Vibo Valentia confermano il ritorno alla crescita della base produttiva imprenditoriale come segnale forte di uscita definitiva anche di Vibo Valentia dalla crisi economica che ha interessato gli ultimi anni il sistema economico complessivo».

A riferirlo è la Camera di commercio vibonese, rifacendosi ai dati dell’indagine Excelsior, realizzata da Unioncamere in accordo con il ministero del Lavoro su un campione di circa 95.000 imprese rappresentative fino al livello provinciale dell’universo delle imprese private dell’industria e dei servizi con almeno un dipendente.

«Nei primi tre trimestri dell’anno – spiega l’ente camerale -, l’andamento tendenziale rispetto al settembre del 2015 porta un incremento dell’1,1%, elemento molto positivo considerata la flessione del -0,8% che c’era stata l’anno precedente. Il numero delle imprese registrate nella provincia di Vibo Valentia sale, pertanto, da 13.070 a 13.225, con un saldo netto di +155 aziende che dovrebbe ulteriormente crescere a fine anno. La ripresa del settore imprenditoriale – si legge ancora -, già anticipata dal numero delle iscrizioni nette nel Registro delle Imprese, si accompagna, infatti, ad una previsione di assunzioni da parte delle imprese industriali e dei servizi della provincia di Vibo Valentia pari a 1590 unità nette per il 2016».

Si tratta di un livello, spiega la Camera di commercio, che «mantiene i numeri registrati nel 2014 e 2015, quando le assunzioni erano state 1600, ma che presenta, questa volta, anche l’ulteriore elemento positivo di associarsi ad un incremento nel 2016 delle entrate complessive del +5% rispetto al 2015, dato tra l’altro superiore anche al +3% che si registra a livello regionale. Le assunzioni programmate riguardanti contratti per lavoro dipendente di ogni tipo (indeterminato, determinato, stagionale e atipico) presentano, inoltre, un tasso di assunzione – pari al rapporto tra le assunzioni previste ed il numero dei lavoratori alle dipendenze presenti nelle imprese al 31/12/2015 – che è uguale al 13,5%, tasso superiore a quello registrato nel 2014 (13,2%) e nel 2015 (12,8%) e superiore anche ai valori medi regionale e nazionale. Il valore di Vibo Valentia per il 2016 è, tra l’altro, anche quello più alto che si registra tra le province calabresi. Questa situazione comporterà un parziale recupero anche sul trend occupazionale nella provincia che era risultato in flessione nel 2014».

A trascinare il numero delle assunzioni nette è «il settore turistico e quello del commercio e dei servizi che si confermano come settori portanti della domanda di lavoro che viene generata nel territorio provinciale. Buono il giudizio espresso dalle imprese per quanto riguarda il reperimento dei candidati o la loro preparazione ma rimane confermata la necessità di una precedente esperienza specifica dal momento che questa varia da settore a settore con valori compresi tra il 38% nel commercio e l’88% del settore delle costruzioni. In provincia viene richiesta al 17% dei nuovi assunti una esperienza nella professione e al 45% un’esperienza almeno nel settore in cui opera l’azienda».

Un dato che «conferma l’importanza dei percorsi di alternanza scuola-lavoro e dell’impegno che le istituzioni scolastiche unitamente alle altre istituzioni, tra i quali il sistema delle Camere di Commercio, svolgono nel favorire le occasioni di incontro tra domanda e offerta di lavoro sul mercato delle imprese private. Molto importante, rimane comunque l’orientamento scolastico verso le professioni maggiormente richieste dal territorio provinciale».

Nel dettaglio le professioni più richieste riguardano, infatti, nel complesso per l’80% solo sei profili professionali. Ai primi posti si trovano le professioni qualificate nelle attività ricettive e della ristorazione, cioè cuochi, camerieri, baristi e professioni simili (740 unità) seguite da quelle non qualificate nel commercio e nei servizi (210 unità).

Al terzo posto si trovano gli artigiani e gli operai specializzati nel settore delle costruzioni e nei settori connessi (100 assunzioni previste). Seguono i conduttori di veicoli e di macchinari , gli impiegati addetti ai servizi finanziari e di assistenza clienti, le professioni qualificate nelle attività commerciali che assommano a 230 unità.

Bassa infine la percentuale delle professioni intellettuali, scientifiche e ad elevata specializzazione e dei dirigenti richiesti dal settore privato che riguarda solo il 6% delle assunzioni (pari a 90 unità) Le assunzioni che richiedono una professionalità di livello medio riguarderà, invece, il 59% delle assunzioni mentre le figure con il livello più basso di preparazione copriranno il 35% delle richieste delle imprese.

Rimane ancora basso, infine, il numero dei laureati e dei diplomati richiesti dalle imprese. Riguarderanno tali titoli di studio il 36% delle assunzioni programmate nella provincia per il 2016 a fronte del 45% medio regionale e del 52% nazionale. Per questo tipo di assunzioni le imprese considerano “molto importanti” le capacità comunicative scritte ed orali, la flessibilità e la capacità di adattamento, la capacità di lavorare in gruppo e di risolvere problemi. Quest’ultima capacità è richiesta al personale laureato, in particolare, dal 71% delle imprese.

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