giovedì,Marzo 28 2024

Vibo Marina e la sua grande incompiuta: ecco il sottopasso costato già 2,5 milioni di euro

VIDEO - Per completarla servono altri 500mila euro. Dal 2012 ai giorni nostri, gli impegni assunti e non mantenuti per un’infrastruttura fondamentale per rilanciare il vecchio “Giardino sul mare”

Vibo Marina e la sua grande incompiuta: ecco il sottopasso costato già 2,5 milioni di euro
Il sottopasso di Vibo Marina: eterna incompiuta

Anno 2017, l’assessore ai Lavori pubblici Lombardo, amministrazione Costa, rassicura: «I lavori ripartiranno a breve». Dieci giorni per riaprire il cantiere, chiuso da un bel po’ «ma – si mostra certo l’amministratore – entro la fine del 2018 l’opera sarà consegnata».

Anno 2019, l’assessore ai Lavori pubblici Russo, amministrazione Limardo, rassicura di nuovo: «Stiamo lavorando con la Regione per il finanziamento». Più cauto, Russo: «Servono 500.000 euro che, nonostante qualcuno dica il contrario, non ci sono… C’è il problema legato all’innalzamento di una falda, che va risolto». E poi tutto il resto: bitumazione, segnaletica orizzontale, illuminazione.

Anno 2020, tutto fermo: ecco come si presenta il sottopasso ferroviario di Vibo Marina, una delle tante -troppe – eterne incompiute in una delle province più povere e sprecone d’Europa, Vibo Valentia. A fare un giro nel cantiere paralizzato da anni, dove l’unica forma di vita sono germogli che fanno ormai capolino sull’asfalto, sembra che i lavori in fondo siano quasi finiti. E invece no… Ma ci si chiede: per realizzare quest’opera, costata finora circa 2,5 milioni di euro, servivano davvero tutti questi soldi?

Presentato il progetto nel 2012, dall’assessore Modafferi, amministrazione D’Agostino, un cartello – ancora oggi – annuncia la fine dei lavori per il 2017. Un altro ancora rimanda al 2019. Il sottopasso doveva collegare e ammodernare due parti della frazione turistica vibonese di fatto da sempre isolate dalla linea ferroviaria Rosarno-Eccellente. Finora impegni non mantenuti, promesse e soldi spesi per un’opera non fruibile che potrebbe restituire anche decoro, vivibilità ed un minimo di modernità a quello che un tempo l’Italia conosceva come il Giardino sul mare.

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