martedì,Aprile 23 2024

Precariato: sciopero bianco dei tirocinanti, la protesta parte dal Vibonese

Il sindacato Usb rivendica il pagamento di tutte le mensilità arretrate e il riconoscimento dei diritti negati ai precari calabresi degli enti pubblici dove il tirocinio è stato trasformato in lavoro nero legalizzato

Precariato: sciopero bianco dei tirocinanti, la protesta parte dal Vibonese

Partirà oggi e continuerà ad oltranza fin quando tutti i tirocinanti non si vedranno nel proprio conto corrente pervenire tutte le mensilità arretrate, lo sciopero bianco dei tirocinanti degli enti pubblici. Appartengono all’Unione Sindacale di Base del Vibonese i tirocinanti promotori della presenza passiva cheinvitano tutti i precari calabresi ad unirsi alla loro lotta. Ed il consenso è subito arrivato anche da altre province calabresi, atteso che le problematiche si estendono su tutto il territorio regionale. Si tratta di salari (miseri) di 500 euro mensili che aspettano di essere erogati da Regione e Inps. Scopo dello sciopero bianco è anche quello di sensibilizzare chi siede accanto ai tirocinanti ma non è al corrente della drammatica situazione economica che i precari stanno attraversando. [Continua]

“Mensilità che si accumulano – dichiara Saverio Bortoluzzi dell’Usb di Vibo Valentia – con i precari che vengono raggirati da un lavoro illegale statale. Ricordiamo anche che l’Usb Vibo Valentia dopo aver annunciato la decisione di andare a Roma al Ministero del Lavoro a far respirare a chi governa l’aria nauseabonda che il precariato sta respirando, si prepara a stravolgere un autunno solitamente alquanto noioso e demoralizzante. Non cederemo più il passo alla lentezza burocratica e all’ozio sistematico e convenevole di chi lo dirige. E’ il precariato che lo chiede, è la naturalezza della sopravvivenza – conclude Bortoluzzi – di ogni singolo uomo lavoratore. L’odore della precarietà è del resto ben differente dal profumo dello stipendio dei politici”. Presenza passiva, dunque, di molti tirocinanti che svolgono il loro lavoro negli enti pubblici del Vibonesedalla Provincia all’Asp passando per i Comuni – e che sono spesso addetti a mansioni equivalenti a quelle delle ordinarie categorie di dipendenti pubblici, con la differenza di non godere della stessa stabilità contrattuale, degli stessi diritti e della stessa retribuzione.

Lavoratori che rappresentano quindi il culmine del processo di aziendalizzazione del settore pubblico, “che – denuncia l’Usb – opera ormai con escamotage e modalità simili a quelle delle imprese private, o addirittura peggiori, anche a causa dei vincoli sulle assunzioni e al depauperamento di risorse che da anni subiscono gli enti locali in nome di un fantomatico equilibrio finanziario nazionale i cui beneficiari materiali non sono ancora chiari”. L’Usb chiede quindi la stabilizzazione dei tirocinanti attraverso un inquadramento regolare sotto contratti di lavoro subordinato e a tempo indeterminato, che riconoscano le opportune categorie al pari del contratto nazionale del lavoro negli enti locali. Malattie ed infortuni dovranno inoltre essere retribuiti al 100% sin dal primo giorno e sino al loro termine ed in favore dei precari l’Usb chiede anche il riconoscimento delle prerogative dell’art.18 dello Statuto dei lavoratori precedenti alle riforme del Jobs Act, con elezioni libere delle Rsu e senza la quota riservata a coloro che hanno reso tali lavoratori “precari a vita”.

Naturalmente viene anche chiesta l’abolizione tout court del tirocinio come forma di precariato e lavoro nero legalizzato. “Anche a causa delle risposte alla crisi del Covid-19 – conclude l’Usb – focalizzate solamente sul sostegno alle imprese e del settore padronale, siamo all’inizio di una nuova stagione di lotte, nelle quali il settore pubblico attuale, nella forma tipica che assume in uno Stato in cui la ricchezza prodotta viene gestita dai mercati finanziari e dalle banche, si pone ormai sullo stesso piano di sfruttamento del lavoro intensivo tipico delle grosse aziende private”.

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