Il Reddito di cittadinanza appartiene ormai al passato, soppiantato da forme di sostegno al reddito più stringenti, alcune finalizzate all’accompagnamento al mondo del lavoro di chi è occupabile, altre finalizzate invece a sostenere le fasce più deboli della popolazione. In particolare, da settembre 2023 l’attenzione si è spostata sull’Assegno di inclusione (Adi), una misura di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale rivolto alle fasce più fragili della popolazione. L’accesso al sussidio richiede requisiti molto stringenti e ha un numero di percettori decisamente più basso rispetto a quello che fu il Reddito di cittadinanza. In particolare, secondo gli ultimi dai diffusi dall’Inps, a dicembre 2024, sono stati 2965 i nuclei familiari che hanno percepito l’Adi, per un totale di 6968 persone coinvolte e una media di 584 euro per assegno.

A guidare la classifica in Calabria c’è Cosenza, dove risiede il maggior numero di beneficiari (16mila nuclei familiari per 39mila persone coinvolte), seguita dalla provincia di Reggio Calabria (12mila nuclei e 31mila persone coinvolte). Quindi Catanzaro con quasi 8mila nuclei e 19mila persone coinvolte; in coda, dopo Vibo, Crotone con 5mila nuclei percettori (per un totale di circa 14mila persone). Con riferimento invece all’intero scorso anno, dunque da gennaio a dicembre 2024, in Calabria sono stati 56mila i nuclei familiari che hanno percepito il sussidio per un totale 141.417 persone coinvolte, con una media di 595 euro. Diverso è invece il percorso di accompagnamento al lavoro rivolto ai disoccupati. In questo caso la concessione del sussidio di 350euro mensili è subordinato alla partecipazione a progetti di formazione, orientamento, riqualificazione professionale, coinvolge gli occupabili, ovvero le persone comprese tra i 18 e 59 anni.