martedì,Aprile 16 2024

Rifiuti e inchieste a Vibo, le responsabilità di una politica che vive di slogan

Fa discutere la tempistica con la quale il sindaco Maria Limardo ha proceduto all’avvicendamento nel settore Ambiente di “palazzo Luigi Razza” qualche giorno prima dell’avviso di conclusione indagini nei confronti della dirigente Adriana Teti. Nessuno pensi, tuttavia, ad un’opera di “pulizia” preventiva. Ecco perché

Rifiuti e inchieste a Vibo, le responsabilità di una politica che vive di slogan
Adriana Teti, ex dirigente del settore Ambiente del Comune di Vibo

«Non devo dire nulla, il sindaco ha proceduto a una semplice rotazione. Non devo fare alcun commento su ciò che ha stabilito di fare il sindaco. Il primo cittadino, infatti, ai sensi di legge, ha il potere di mettere in atto la rotazione delle dirigenze, di cambiare ogni tanto l’organizzazione dell’ente. Tutto questo fa parte ed è consentito dalla normativa vigente. Non c’è alcuna indagine in corso sui rifiuti da parte della Procura, è un semplice avvicendamento tra me e il segretario generale del Comune Scugliaperaltro in passato è già accaduto e potrebbe anche ripetersi in futuro. È tutto nella norma». E’ giovedì 1 luglio quando la dirigente del Comune di Vibo Valentia, Adriana Teti, rilascia tali dichiarazioni alla nostra testata dopo aver appreso della sua rimozione dal settore Ambiente sino a quel momento da lei guidato.

Garantiva la dirigente Adriana Teti che non vi era alcuna indagine in corso sui rifiuti a Vibo Valentia, ma evidentemente si sbagliava visto l’avviso di conclusione indagini vergato dalla locale Procura anche nei suoi confronti e di cui si è avuta notizia nella giornata di ieri. Garantiva poi la dirigente Adriana Teti che il sindaco Maria Limardo non aveva proceduto alla sua rimozione ma ad un semplice avvicendamento nel settore Ambiente e su questo non resta che crederle perché in caso contrario dovremmo attribuire al sindaco sfere di cristallo (che sappiamo la stessa non possiede) oppure convincerci della conoscenza da parte del primo cittadino di futuri ed imminenti provvedimenti giudiziari nei confronti della dirigente comunale. Conoscendo la serietà del lavoro della Procura di Vibo e della polizia giudiziaria, di certo non crediamo ad alcuna “fuga di notizie” sull’inchiesta che infatti “colpisce” anche un assessore della stessa giunta Limardo, sia pure nelle vesti di dirigente comunale all’epoca dei fatti contestati.

Maria Limardo e Adriana Teti

Nessuno pensi, dunque, ad alcuna opera di “pulizia” preventiva nel settore Ambiente da parte del sindaco Maria Limardo attraverso la rimozione (o avvicendamento che dir si voglia) della dirigente Adriana Teti, sostituita con il segretario generale dell’ente Mimmo Scuglia prima che venisse notificato l’avviso di conclusione indagini nei confronti della stessa Teti. Nessuno lo pensi perché altrimenti lo stesso primo cittadino, Maria Limardo, si troverebbe nella “scomoda” posizione di dover essere conseguenziale anche rispetto alla politica ed alla sua giunta: se rimuovi un dirigente perché è indagato, figuriamoci allora un assessore che, fra l’altro, era già indagato all’atto della nomina in giunta. Indagato in altra inchiesta che lo vede rispondere quale tecnico comunale di Sorianello e che nel febbraio dello scorso anno l’ha portato anche a giudizio unitamente ad alcuni amministratori di tale paese per una vicenda inerente gli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Vale anche per lui, come per tutti, la presunzione di innocenza garantita dalla Costituzione ed ecco perché, conoscendo l’adesione del sindaco ad un partito – Forza Italia – che del “garantismo” ha fatto la propria “bandiera”, non crediamo a nessun intento punitivo nei confronti della dirigente Adriana Teti e meno che mai prima ancora che fosse destinataria di un avviso di conclusione indagini (che il sindaco, a rigor di logica e di legge, non poteva conoscere). [Continua in basso]

Il sindaco mentre si reca in Procura

C’è poi un altro aspetto da richiamare in questa vicenda: nel caso degli avvisi di conclusione indagini emessi nei confronti di alcuni rappresentanti della ditta EcoCar – ditta che ha attualmente in appalto la raccolta dei rifiuti in città – è stato lo stesso primo cittadino a presentare esposti, denunce e documenti alla Procura negli scorsi mesi. Siamo certi, allora, che se il sindaco Maria Limardo si fosse accorta di qualcosa di illecito anche nel settore Ambiente governato dalla burocrazia comunale, di certo non avrebbe mancato di segnalarlo agli inquirenti. Da quel che si può apprendere dall’inchiesta che vede indagati i dirigenti comunali (o ex dirigenti) Adriana Teti, Claudio Decembrini, Demetrio Beatino, Pasquale Scalamogna e l’ex sindaco Nicola D’Agostino, lo sviluppo delle indagini nasce invece da ben altri accertamenti compiuti dagli investigatori. Accertamenti diversi rispetto alle denunce della Limardo che riguardano la ditta Ecocar.

A fronte di tutto ciò ed al netto delle responsabilità penali tutte da accertare – l’ex sindaco Nicola D’Agostino si è dichiarato estraneo ai fatti e lunedì con il suo avvocato Giuseppe Di Renzo chiederà alla Procura di essere ascoltato – restano però le responsabilità di una classe politica che negli ultimi anni ha promesso di tutto e di più in campagna elettorale, ma che alla fine ha solo saputo cambiare in continuazione assessore all’Ambiente senza risolvere il problema: la città continua ad essere sporca in diverse zone, per la raccolta differenziata parlano le inchieste e le discariche – grandi e piccole – non accennano a diminuire in tutto il territorio comunale. La politica degli slogan è ancora – sfortunatamente per Vibo Valentia e per la città dei “sogni” immaginata da qualcuno/a – ben lontana dall’essere sconfitta.

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