giovedì,Dicembre 5 2024

Tropea, la maggioranza verso le dimissioni?

Il sindaco Giuseppe Rodolico smentisce le indiscrezioni che circolano con insistenza da giorni: «Andiamo avanti finché ce lo permetteranno».

Tropea, la maggioranza verso le dimissioni?

Il diretto interessato smentisce categoricamente ma intanto nei bar, nelle piazze e negli altri luoghi di ritrovo, le voci corrono come il vento. A sentire i soliti bene informati, infatti, all’interno della maggioranza consiliare ci sono due scuole di pensiero in relazione all’atteggiamento da tenere nei confronti della conclusione (salvo proroga) delle indagini, in corso dal 23 ottobre scorso, da parte della Commissione d’accesso agli atti, chiamata a verificare eventuali ingerenze della criminalità organizzata nell’attività amministrativa.

Un gruppo di consiglieri sosterrebbe l’opzione del primo cittadino Giuseppe Rodolico di dimissioni in massa al fine di “dare un segnale forte di trasparenza”, mentre un’altra componente seguirebbe le indicazioni dell’assessore all’Ambiente Giuseppe Tropeano che sarebbe per la “resistenza ad oltranza”.

Se dobbiamo – questo sarebbe il ragionamento – chiudere anzitempo la nostra esperienza amministrativa, allora che la responsabilità ricada interamente su chi scioglierà il consiglio comunale. Ma ripetiamo: si tratta solamente di boatos politici che, nondimeno, continuano ad alimentare il pettegolezzo tropeano. Infatti, il sindaco Giuseppe Rodolico, così come riportato dal “Quotidiano del Sud” di stamattina, ha negato eventualità di tal genere.

«Sono fandonie – ha dichiarato – fatte circolare ad arte da chi vuole danneggiare la mia compagine. La maggioranza è più coesa che mai e determinata a portare avanti il mandato fino alla fine naturale della sua scadenza. Nel rinnovare la fiducia nel lavoro della Commissione d’accesso agli atti, noi andiamo avanti per la nostra strada proseguendo nell’opera di programmazione e di miglioramento dei servizi. Se ci lasciano lavorare nel giro di due-tre mesi cambieremo il volto di questa città».

Appunto, se prima il presidente della Repubblica, su segnalazione del governo, non decreterà lo scioglimento del civico consesso.

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