martedì,Aprile 23 2024

Sfiducia a Costa, Vibo Unica vuole una mozione “partecipata e credibile”

Il capogruppo Claudia Gioia rivendica «la serietà e la trasparenza» dell’operato della compagine di Stefano Luciano e sfida Giuseppe Mangialavori: «Sia consequenziale e ponga fine alla consiliatura. Lo sosterremo» 

Sfiducia a Costa, Vibo Unica vuole una mozione “partecipata e credibile”

«Una politica seria e trasparente contro una visione verticistica e personalistica che caratterizza chi oggi vorrebbe assumere posizioni di leadership prescindendo da azioni concrete a favore del territorio». È la posizione che il gruppo Vibo Unica, che conta 7 rappresentanti in consiglio comunale a Vibo, rivendica per sé attraverso una nota del capogruppo Claudia Gioia, intervento nel dibattito che in questi giorni caratterizza la situazione politica cittadina, attraversata da molti dubbi circa il destino dell’Amministrazione guidata da Elio Costa. «Da marzo 2018 – spiega la Gioia – il gruppo ha assunto una posizione critica nei riguardi del sindaco, tanto da arrivare alle dimissioni di Stefano Luciano da presidente del Consiglio e alla revoca di due eccellenti assessori, Lorenza Scrugli e Giuseppe Russo, con la finalità di aprire una discussione seria per capire cosa impediva alle forze di maggioranza di dare risposte alla città. Mai nessun cenno di riscontro né da parte di Costa, né da parte di Mangialavori, che, dopo Vibo Unica, rappresentava la forza più numerosa dell’esecutivo. Sia il sindaco che il senatore hanno fatto finta di nulla, anzi, hanno provveduto a rimpinguare la maggioranza attraverso la partecipazione di altri tre consiglieri (allora all’opposizione) in cambio di un assessore». Quindi per il gruppo che fa capo a Luciano «senza confronto ed analisi, la situazione andava peggiorando nei settori più importanti: ambiente, urbanistica ed affari generali, settore questo che registrava un continuo annullamento dei concorsi. Tutti temi su cui Vibo Unica ha iniziato vere e proprie battaglie a tutela del territorio, tanto da produrre oltre 50 ordini del giorno ed altrettante interrogazioni. Nel frattempo aumentava tra la gente la consapevolezza del fallimento amministrativo e così ad oramai un anno dalla scadenza del mandato elettorale di Costa si è scatenata la gara a ripulirsi e a proporre le mozioni di sfiducia al sindaco. La mozione di sfiducia non è mai stata ventilata né annunciata dal mio gruppo, nel convincimento che le mozioni non si annunciano né si firmano senza quorum. Le mozioni si firmano solo se vi è il quorum da raggiungere con la firma contestuale di ogni consigliere comunale che si riconosce in tale iniziativa. Diversamente, chi firma senza coordinamento, come avvenuto in questi giorni tra una foto e l’altra e lo fa senza mai convocare un tavolo per apporre contestualmente le firme necessarie, si appalesa come non credibile. Ed il mio gruppo non segue iniziative non credibili». 

Quindi la disamina si sposta sulle mosse del gruppo di Forza Italia. «Nel frattempo – prosegue la Gioia -, Mangialavori, senza spiegare bene la sua posizione, ha ritirato i suoi assessori (avrebbe potuto farlo in tempo utile) ed in data 4 dicembre ha dichiarato pubblicamente su una nota testata giornalistica (Il Vibonese, ndr), criticando le opposizioni per le continue battaglie, che qualora quest’ultime non avessero collaborato fattivamente al governo della città avrebbe egli stesso provveduto a firmare la mozione di sfiducia. Questa la ricostruzione dei fatti. Ora, la nostra posizione indicata per punti: 1) le opposizioni fanno il loro dovere e cioè tentano con la protesta e la proposta di legittimarsi come alternativa di governo e Mangialavori non può denigrare in modo gratuito tale lavoro, senza peraltro esprimere una posizione chiara. Le opposizioni meritano rispetto perché esistono a difesa della città e sono presidio della democrazia. A lui diciamo che in qualità di senatore deve avere una condotta istituzionale lineare e chiara e che se intende risolvere i problemi della città deve farlo in modo concreto, rispettoso e per mezzo di un confronto inter pares. Diversamente, diventa portatore di posizioni individuali che, come tali, non producono benefici per nessuno. Inoltre a lui ricordiamo che è da marzo che lo sollecitiamo a convenire ad un tavolo tra le forze politiche e che ha sempre trascurato tale esigenza, salvo ora accorgersi del disastro. Se poi, intende chiudersi in se stesso, può evitare appelli pubblici alla responsabilità rivolto alle altre forze politiche. 2) ad ogni forza politica che volesse realmente mandare a casa il sindaco, diciamo che siamo disposti a partecipare ad ogni mozione di sfiducia purché sia partecipata ed elaborata unitamente al mio gruppo nelle forme corrette sul piano giuridico; diversamente rischiamo di apparire come dei teatranti della politica; 3) infine, sempre a Mangialavori diciamo che in tale situazione non siamo disponibili a proseguire e che deve essere conseguenziale con quanto affermato in data 4 dicembre e cioè farsi promotore, ovviamente con i suoi consiglieri, della mozione di sfiducia. Convochi un tavolo ed io insieme a Stefano Luciano ed ai consiglieri del mio gruppo, saremo pronti a firmare per porre fine a questa esperienza. La posizione di Vibo Unica – conclude Claudia Gioia -, dunque, è molto chiara, così come corretta è sempre stata la nostra condotta come consiglieri di opposizione, sempre costruttivi e severi nei riguardi di chi, fino ad oggi, ha direttamente o indirettamente ostacolato i processi di sviluppo del territorio».

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