giovedì,Marzo 28 2024

Crisi al Comune di Vibo, Russo: «Si torni al voto senza indugi»

L’esponente dell’opposizione consiliare reclama per la città «un futuro che non è garantito dall’attuale amministrazione, a cui il sottoscritto non darà mai alcun tipo di appoggio»

Crisi al Comune di Vibo, Russo: «Si torni al voto senza indugi»

«Si torni al voto! Ridiamo un futuro alla nostra città». È questo l’imperativo che apre un intervento del consigliere comunale d’opposizione di Vibo Valentia Giovanni Russo nel pieno dell’impasse che caratterizza l’attuale fase politica e vede il sindaco Elio Costa alle prese con una difficile operazione di riavvio dopo l’azzeramento della Giunta. «La condizione di difficoltà che attraversa la nostra città – spiega Russo – deve indurre chi come me è componente dell’attuale consiglio comunale, ad una profonda riflessione. Già, un consiglio comunale, quello di Vibo Valentia, che in questi anni è stato svilito da atteggiamenti autoreferenziali, caratterizzati più dalla smania di protagonismo che non dalla reale volontà di servire la nostra città. Contraddistinto da divisioni e da ambizioni e non da proposte indirizzate alla crescita di Vibo Valentia. Un consiglio composto da gente che di rado ha posto la sua attenzione sulla conoscenza della realtà del nostro luogo delle sue virtù e dei suoi disagi. Ecco perché oggi, è percepito distante e allo stesso tempo debole dalla comunità vibonese. Non da meno una Giunta apparsa da subito avulsa dai reali bisogni della città e priva di una ben che minima capacità di offrirle una prospettiva di crescita. Il viaggio di questa amministrazione è da subito apparso senza una rotta precisa, senza un progetto di città, senza aver chiaro quali siano i valori ai quali ispirarsi». Per Russo «la nostra è comunità fatta di uomini e donne che rappresentano la vera ricchezza, con le relazioni che nascono e si sviluppano, con la loro sensibilità sociale e culturale, capace di aggregare e suscitare sentimenti ed emozioni condivise. Sentimenti che nascono dalla consapevolezza del cittadino di poter partecipare, proporre, contribuire, scegliere, per realizzare un progetto in cui si riconosca e per il quale valga la pena impegnarsi a fondo, nell’interesse della propria comunità. Quella forma di responsabilità sociale che non può prescindere dal radicamento e dal senso di appartenenza alla comunità locale e che trova nella comunità stessa l’ambito privilegiato per la sua applicazione concreta».

Il riferimento principale è alle «decine di associazioni che fanno enormi sacrifici per poter mantenere vivo un minimo di tessuto sociale. Come non ringraziare  per l’opera feconda che ci sta donando la Chiesa vibonese in termini di spiritualità e per l’opera svolta dalle strutture realizzate in città a sostegno dei più deboli e di chi, per disabilità, malattia o stato di disagio personale, maggiormente necessita di solidarietà. In questa città ci sono uomini, donne e giovani che vanno fieri di essere vibonesi. Gente che quotidianamente si batte, con tutte le energie, per migliorarla». Di contro, per l’esponente di minoranza «la gente è stufa di sentire parlare di poltrone, di spartizione di potere fine a se stesso. La gente vuole che chi l’amministra sappia affrontare e risolvere i problemi. Oggi non si è in grado di farlo. Pertanto è giusto ridare la possibilità alla nostra comunità di scegliere chi ritiene possa offrire un futuro a Vibo Valentia. Senza indugi. Un futuro in cui si crei rete tra pubblico e privato, grazie ai coraggiosi e caparbi  imprenditori presenti nella nostra città. Un futuro in cui vi sia un apparato burocratico con funzioni e competenze precise, introducendo la cultura del risultato. Un futuro in cui allo sconforto e alla rassegnazione prenda il sopravvento la fiducia e la positività di buone prospettive, attraverso le grandi potenzialità culturali archeologiche e paesaggistiche della nostra città. Un futuro che non è garantito dall’attuale amministrazione senza futuro, a cui il sottoscritto non darà mai alcun tipo di appoggio. Un futuro insomma! Non si tergiversi ulteriormente». 

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