giovedì,Aprile 25 2024

Referendum. A Vibo meno votanti che a Bergamo, dove il mare non si vede neanche col binocolo

Ha prevalso la linea dell’astensionismo, “suggerita” dal Premier e sostenuta anche dall’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Scarsa la partecipazione alle urne dei vibonesi: solo il 23,1% dei cittadini ha votato al referendum sulle trivellazioni. A livello regionale solo Reggio Calabria fa peggio.

Referendum. A Vibo meno votanti che a Bergamo, dove il mare non si vede neanche col binocolo

Bisognava dare un segnale forte, dire che il popolo ha ancora coscienza della potenza del voto. Così non è stato, perché poco meno di un italiano su tre si è presentato ai seggi per votare, e dunque il quorum non è stato raggiunto.

Analizzando l’affluenza in Calabria la situazione peggiora, perché solo il 26,5% degli aventi diritto al voto ha partecipato al referendum sulle trivellazioni. Se poi lo si fa provincia per provincia, Vibo Valentia non ci fa proprio una bella figura, anzi.

Prima Cosenza con il 30%, poi Catanzaro con il 29,7; seguono Crotone con il 24,2%, Vibo con il 23,1 e Reggio Calabria, fanalino di coda, con il 22,2%. Nel complesso un risultato basso, superato anche da regioni dove il mare non lo vedono neanche col binocolo.

A Vibo Valentia sono 29.130 le persone che hanno partecipato alla tornata referendaria, sui 128.043 aventi diritto al voto. I vibonesi hanno scelto per il “Si” ha stravinto, con il 90,1%, ma è stato inutile dato che il traguardo del quorum non è stato raggiunto. La percentuale di affluenza è bassa, basta prendere una provincia del nord Italia a caso: Trento 32,4%, Alessandria 30,4%, Bergamo 30,9%, Padova addirittura il 41,4%.

Questi quattro esempi, non unici, sono più vicini alle Alpi che al mare, ma comunque sono riusciti a dimostrare particolare partecipazione. A Potenza, che confina con Cosenza, la percentuale è pari al 49%; meglio ha fatto Matera, unica provincia italiana a raggiungere il quorum con il 52,4%.

Ha prevalso la linea dell’astensionismo, “promossa” dal premier Matteo Renzi, dal presidente emerito Giorgio Napolitano e da diversi altri rappresentanti istituzionali e politici.

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