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Il Corsivo | Vibo: la città dove quasi mai l’arrivo di fondi coincide con la soluzione dei problemi

L’impegno di alcuni parlamentari per destinare finanziamenti al capoluogo di provincia, i tentativi di accaparrarsi meriti e le preoccupazioni per come verranno spesi

Il Corsivo | Vibo: la città dove quasi mai l’arrivo di fondi coincide con la soluzione dei problemi
Giovanni Russo e Dalila Nesci

La recente concessione, nell’ambito dei Cis Calabria (contratti istituzionali di sviluppo), al Comune di Vibo Valentia di circa otto milioni di euro destinati al recupero ed al riutilizzo del sito della ex industria Basalti insistente nella  frazione  Marina,  offre lo spunto per affrontare delle tematiche molto dibattute. Va subito detto che, nonostante la positività dell’evento, la notizia è stata accolta con scarso entusiasmo, se non con preoccupazione, da una parte consistente dell’opinione pubblica, convinta che anche in questo caso l’esecutivo Limardo non sarà in grado di utilizzare in modo proficuo i fondi assegnati, temendo un nuovo sperpero di denaro pubblico che si concretizzerà con la mancata realizzazione dei progetti illustrati dal primo cittadino attraverso una nota stampa. Tale dato di fatto, oltre a rappresentare un unicum su scala nazionale in relazione allo stato d’animo con cui i cittadini accolgono una notizia  positiva per la comunità, rappresenta la misura della fiducia riposta nelle capacità operative dell’amministrazione. Di fronte a tutto questo, occorre chiedersi se effettivamente le cose stiano in questi termini oppure se l’esecutivo sia vittima di pregiudizi ingiustificati. [Continua in basso]

Giuseppe Mangialavori e Maria Limardo
Giuseppe Mangialavori e Maria Limardo

Riteniamo che non ci possano essere dubbi sulla fondatezza delle preoccupazioni di cui si è sopra detto, ma essendo abituati a supportare i nostri assunti attraverso la menzione di fatti e circostanze, anche in questo caso procederemo in tal senso. A ben guardare lo stato d’animo, le riserve e preoccupazioni con cui è stata accolta la notizia dell’arrivo dei fondi in questione sono analoghe a quelle registrate in occasione dell’arrivo dei finanziamenti inerenti la nomina di Vibo a “Capitale del libro”. In quell’occasione i fatti hanno dato pienamente ragione agli scettici dell’epoca. Infatti, per come denunciato da più parti, quella manifestazione si è rivelata, rispetto ai programmi ed ai progetti che si sarebbero dovuti realizzare, un vero e proprio fallimento, non avendo prodotto nessun beneficio concreto per il territorio né in fatto di incremento di visitatori nè tantomeno di opere realizzate (leggi biblioteca a Vibo Marina). In sostanza,  tirando le somme, il tutto si è concretizzato in un cattivo utilizzo del denaro, accodatosi a tutti gli altri sperperi registrati in particolare nel settore delle opere pubbliche, il quale rappresenta l’esecrabile fiore all’occhiello di questo esecutivo. Oggi ci si augura che i nuovi fondi vengano meglio utilizzati, anche se leggere ciò che scrive il sindaco nella fretta di accaparrarsi una fetta di meriti non lascia tranquilli; infatti, andando oltre gli annunci del programma concernente le opere che dovrebbero essere realizzate, occorre prendere atto, con preoccupazione, della conoscenza approssimativa dell’intera tematica che dimostra di possedere il primo cittadino nel momento in cui, riferendosi alla “Basalti”, parla di ex cementificio, mentre, come è noto, l’industria si occupava di stoccaggio di idrocarburi, asfalti e bitumi.

I deputati Viscomi e Tucci

Chiuso questo capitolo, occorre aprirne uno diverso che si occupi dell’altra faccia della medaglia, la quale, se da un lato porta impresse le pecche relative all’utilizzo poco proficuo dei finanziamenti, dall’altro porta incisi i nomi dei politici che si sono adoperati, a partire dalla data di insediamento dell’amministrazione, per il reperimento di somme destinate ai fini più diversi. In questo contesto il cerchio va ristretto ai parlamentari che hanno un maggior collegamento col territorio comunale e  provinciale, stilando un’ipotetica scala di merito usando come parametro valutativo i “benefici” concreti derivanti dalla loro attività parlamentare. I nomi è facile farli ed appartengono in primo luogo al senatore Mangialavori (Fi) e poi ai deputati Nesci e Tucci (5 stelle) e Viscomi (Pd), come altrettanto facile è collocare all’ultimo posto in graduatoria il deputato del partito democratico, il cui operato si è rivelato completamente insignificante sotto l’aspetto per così dire “economico” e completamente fallimentare sotto quello politico. Sotto tale aspetto egli ha prodotto solo danni, sia dimostrandosi ininfluente il suo apporto sulla sorte dei candidati del partitoultima conferma a Pizzo – sia minando la credibilità del Pd attraverso un’inerzia sconcertante anche di fronte a casi scottanti, basti ricordare la figura poco edificante rimediata dal partito in occasione della vicenda inerente al presidente della Provincia. La responsabilità di tutto questo non può essere però ascritta solo al parlamentare, ma va equamente divisa con tutti coloro che, dimostrando mancanza di acume e lungimiranza politica, boicottarono la candidatura e condussero una guerra feroce nei confronti di Censore. Poco sopra il parlamentare del Pd va collocato Mangialavori, il quale è riuscito quanto meno ad ottenere un finanziamento di due milioni di euro per la riqualificazione di piazza Municipio e dal punto di vista delle “sponsorizzazioni elettorali”  ha ottenuto parecchi successi. Va però osservato che tali  risultati se da un lato hanno favorito una rapida progressione della sua carriera politica, dall’altro non sempre sono stati forieri di buone cose per i cittadini, l’amministrazione comunale di Vibo ne rappresenta il  caso emblematico. Vanno  invece collocati nella parte alta della classifica i parlamentari pentastellati; particolarmente attiva in quest’ultimo periodo, coincidente con la sua nomina a sottosegretario del Ministero per il Sud, Dalila Nesci al cui impegno va principalmente attribuito l’arrivo del finanziamento di cui abbiamo detto in premessa.

Ma il vero leader di questa ipotetica classifica è certamente Riccardo Tucci, il quale ha fatto giungere non solo alla città di Vibo, ma all’intero territorio provinciale, un flusso continuo di finanziamenti. Lo spazio non ci permette di riassumerli singolarmente, ma due in particolare meritano di essere ricordati: quello destinato alla Provincia, grazie al quale l’ente è uscito dallo stato di dissesto, e l’altro di dodici milioni di euro destinati alla città capoluogo, finanziamento divenuto particolarmente famoso per la gazzarra creata intorno ad esso dal sindaco Limardo nel tentativo di ascriverne i meriti, con argomentazioni risibili, alla sua persona ed a quella del senatore Mangialavori. Anche sotto un atro profilo, il deputato Tucci ha dimostrato le sue capacità, riuscendo a concretizzare una lista col simbolo del suo partito e facendo eleggere due consiglieri comunali nel civico consesso vibonese. Tutte queste cose andavano dette perché riteniamo corretto dare a Cesare quel che è di Cesare, anche al fine di sgombrare il campo da equivoci che potrebbero falsare le valutazioni dei cittadini chiamati ad esprimersi  in occasione delle consultazioni politiche del prossimo anno.

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