Confida subito di avvertire talvolta con «malinconia» il troppo tempo trascorso da quando ha avuto «l’onore e l’orgoglio» di essere il sindaco di Vibo Valentia. Ma – aggiunge Franco Sammarco – «in rispettoso silenzio, circondato dai forti valori identitari delle mie idee inamovibili e dalla mia famiglia, ho assistito all’involversi non solo della politica nella mia comunità, ma anche al regredire economico, sociale e culturale». Ultimo sindaco del centrosinistra eletto a capo di una grande coalizione progressista con il 65,2% dei consensi (alla guida di Palazzo Luigi Razza dall’aprile del 2005 all’aprile del 2010), riavvolgendo brevemente il nastro di quella esperienza politico-amministrativa, Franco Sammarco confessa al Vibonese.it di avere amministrato questa comunità «in un momento particolarmente difficile» e, magari, – ammette – di non essere stato «all’altezza di poterle offrire ciò che avrei voluto: senso della comunità, modernizzazione, migliore qualità della vita, senso della comune e democratica appartenenza e, soprattutto legalità amministrativa. Già, dico ripensando, avrei potuto dare e fare di più». Sammarco – come vedremo più avanti – interviene in merito alla concreta possibilità che il centrosinistra vibonese si presenti unito alle amministrative della primavera del 2024. Un cantiere aperto che dovrebbe contenere non solo partiti e forze politiche progressiste, ma anche le espressioni migliori del movimentismo civico cittadino. [Continua in basso]
Il pensiero di Sammarco va, quindi, alla città. E l’ex primo cittadino del capoluogo non esita a fare alcune considerazioni che, a suo dire, «a tutti appaiono di inequivocabile evidenza: la mia città – rimarca in merito l’ex sindaco – sta lentamente morendo senza che alcuno si indigni e si ribelli, senza che le passioni per la politica locale riannodino le fila per coinvolgere questa comunità, che langue, per offrirle il recupero di un forte progetto intorno al quale lavorare e lavorare insieme, facendo convergere nel modo più ampio grandi settori della nostra comunità sociale, non solo partiti politici ma associazioni, movimenti, sindacati e la stessa Chiesa. In pochi anni è cambiato tutto. È mutato ciò che mi aveva portato ad essere il rappresentante dei cittadini forte di un vastissimo consenso, ottenuto con la serietà delle proposte delle liste con cui sono stato sostenuto e con la passione di chi doveva portarle avanti. Parlo di credibilità e di passione degli esponenti della politica locale, ma – ammette con amarezza l’ex primo cittadino – non mi riferisco soltanto del centrodestra, che da allora ci amministra e con gli esiti che sono sotto gli occhi di tutti, ma anche dell’area di centrosinistra, allora unita, coesa e soprattutto entusiasta, ma oggi quasi assente».
Detto questo, Franco Sammarco passa alle comunali della primavera del 2024. Una tornata amministrativa – questo il suo monito – che «non ci deve cogliere impreparati e che ci impone di fare celermente e con attenzione delle scelte. Proprio per questo vi è la necessità di proporre un programma chiaro e credibile, ed ancor di più occorre costituire con tenacia e credibilità un forte raggruppamento che solidarizzi attorno ad una idea di città con una precisa identità coinvolgendo tutti i cittadini, recuperando senza nessuna esclusione i partiti ed i movimenti del centrosinistra e di tanti altri che vorranno unirsi attorno ad un nuovo progetto. Occorre esprimere – aggiunge l’ex sindaco – un messaggio semplice e credibile, coinvolgendo le passioni di ognuno perché riaffiorino emozioni e sensazioni di impatto civile. Un messaggio alternativo rispetto alle attuali lobby di pensiero che puntano a riappropriarsi della conduzione amministrativa e non solo della città. Lavoriamo, pertanto, portando avanti delle proposte attraverso un dibattito democratico e costruttivo e che le stesse identitarie di un’area intorno alla quale si affermino i buoni principi e le regole democratiche. Dobbiamo, però, essere portatori di una idea forte che racchiuda e governi il malessere visibile e palpabile dei cittadini, per essere efficaci trasmettitori di speranza e di valori di libertà», dice ancora l’ex primo inquilino di Palazzo Luigi Razza.
Per Franco Sammarco serve valorizzare «le politiche sociali con un programma che combatta le disuguaglianze e non preservi ancora le consolidate élite economiche e culturali locali. Inoltre, senza perdere l’identità politica di riferimento, occorre recuperare consenso come soggetti portatori di passioni e di idee ribellandoci, nel contempo, a questo assordante silenzio. Per affrontare i temi delle forti questioni sociali è necessario il contributo di tanti giovani. Bisogna, quindi, costituire un nuovo senso di appartenenza che combatta il facile populismo e porti avanti concretamente una cultura di valori sui quali, sono convinto, ci ritroveremo in molti specialmente se gli uomini che li proporranno saranno esemplari, rigorosi e di grande competenza».
L’ex primo cittadino parla, infine di «grande sfida» che bisogna proporre, «prima sociale e poi politica, che metta al centro soprattutto realtà emarginate e svantaggiate. Vedo con interesse diverse persone ed associazioni, nonché partiti politici che manifestano interesse circa la necessità di proporre un progetto comune condiviso. Spero non si frappongano divisioni come in passato è spesso avvenuto. Dimostreremo così che sarà possibile rilanciare una grande coalizione di centrosinistra ed offrire con coraggio a Vibo Valentia -chiude Franco Sammarco – un modo nuovo di proporre e fare politica».
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