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Il Corsivo | Comunali a Vibo: le contraddizioni di Muzzopappa e gli errori di Pitaro rianimano Romeo

Le ultime esternazioni del candidato a sindaco del polo centrista al centro del dibattito unitamente alle “mosse” dell’ex consigliere regionale alle prese con la necessità di crearsi uno spazio di agibilità politica

Il Corsivo | Comunali a Vibo: le contraddizioni di Muzzopappa e gli errori di Pitaro rianimano Romeo
Il Municipio di Vibo e nei riquadri Enzo Romeo, Francesco Muzzopappa e Vito Pitaro
Francesco Muzzopappa

Da giorni Francesco Muzzopappa, candidato a sindaco del terzo polo, è al centro dell’interesse mediatico e questa circostanza rende necessario approfondire alcuni aspetti delle sue esternazioni poiché riteniamo che a decidere il successo di un candidato non saranno le colorite affermazioni, ma la sostanza delle argomentazioni. Sotto quest’ultimo aspetto bisogna soffermarsi sul concetto di legalità e moralità espresso da Muzzopappa, secondo il quale questi valori saranno per 365 giorni all’anno la stella polare di tutti coloro che sono e saranno al suo fianco, puntualizzando però che non subirà alcun ricatto morale sulla scorta del semplice chiacchiericcio. Di fronte a tutto questo, bisognerebbe chiedere al candidato a sindaco se assimila quello che scrivono i magistrati della Dda di Catanzaro al “chiacchiericcio che non condizionerà le sue scelte”, perché se così non fosse, egli si troverebbe già di fronte ad un problema grosso quanto una casa, poiché almeno due dei suoi principali attuali sostenitori sono stati destinatari di insidiose valutazioni da parte della Dda. Superato questo scoglio e passando a temi più attinenti alle dinamiche politiche, va data ragione a Muzzopappa quando sostiene che la situazione delle infrastrutture rappresenta il principale tallone d’Achille della città e che gli interventi su queste criticità rappresenteranno la priorità del proprio agire nelle vesti di sindaco. Va però osservato che non basta rilevare le criticità e prometterne la soluzione, occorre poi indicare attraverso quali mezzi e soprattutto col supporto di chi intervenire. Sul punto bisogna essere estremamente chiari: è vero che le responsabilità attengono all’esecutivo Limardo, ma non bisogna dimenticare che Città Futura, il cui leader Vito Pitaro è il principale sponsor dell’aspirante sindaco, ha rappresentato la struttura portante dell’amministrazione sia numericamente che in relazione all’importanza degli assessorati detenuti. Il fatto che a pochi mesi dalla fine della consiliatura gli assessori di riferimento di Città Futura abbiano rinunciato all’incarico non fa venir meno le loro responsabilità, in particolare quelle dell’assessore ai lavori pubblici Giovannino Russo, che non è riuscito a portare a compimento nulla; rimarranno nei libri di storia infatti i suoi tanti impegni disattesi (scala mobile,  sottopasso di Vibo Marina, strada di accesso alla frazione San Pietro, piazza di Triparni), per non parlare degli sprechi di denaro pubblico (scuola di Portosalvo, strada accesso a Longobardi).

Vito Pitaro

Diciamolo chiaramente: Muzzopappa non appare credibile quando, dopo aver rilevato le criticità, vorrebbe risolverle col supporto degli stessi personaggi che le hanno causate. La verità è che i tentativi del candidato a sindaco di nascondere quel che è, e far apparire quello che non è, sono assimilabili alle fatiche di Sisifo. Per comprendere appieno la “difficoltà operative” di Muzzopappa bisogna tenere presenti le dinamiche interne al polo di centro, collegate in modo indissolubile alla necessità di Vito Pitaro di crearsi uno spazio di agibilità politica che gli consenta di riprendere il percorso bruscamente interrotto con la mancata ricandidatura alle ultime consultazioni regionali. Tenendo conto di questa sua primaria esigenza, dobbiamo confessare di essere rimasti molto sorpresi dal fatto che un politico avveduto come lui, dopo le chiusure nei suoi confronti da parte del centrosinistra e del centrodestra, quest’ultimo nella persona di Daffinà, abbia potuto commettere due gravi errori di valutazione, il primo dei quali consistente nel non aver creato le condizioni affinchè Luciano e Bevilacqua non lasciassero il polo di centro. Il secondo errore è stato quello di ritenere di poter rimediare al primo attraverso la candidatura di un papa straniero, che finirà per ottenere l’effetto contrario, indebolendo la coalizione in prima battuta e di riflesso la sua posizione. Il corollario di tutto questo è stato quello di rimettere in gioco il candidato dell’area progressista, Enzo Romeo il quale, dopo aver perso i benefici del voto disgiunto a danno della Limardo, con la candidatura di Muzzopappa riuscirà a recuperare gran parte di quello che aveva perso. Alla luce di quanto detto, ci sembra un inutile spreco di energie sia l’insistenza con cui si continua a censurare la scelta di Bevilacqua e Luciano di lasciare  l’area centrista per confluire nel centrodestra, sia i tentativi di estrapolare dal contesto di alcune dichiarazioni rilasciate dalla Limardo specifiche affermazioni, quali “Cosentino è uno sprovveduto”, per utilizzarle in modo strumentale al fine di depotenziare un avversario ritenuto evidentemente temibile, ed infine il tentativo di trasformare le doti di mitezza e pacatezza di Romeo in elementi non idonei a risolvere i problemi della città.  

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