venerdì,Aprile 19 2024

Chiude il centro trasfusioni di Vibo, Mangialavori: «Nuova spoliazione per il Vibonese»

Il coordinatore provinciale di Forza Italia denuncia il «graduale ma inarrestabile impoverimento del territorio consumato nel silenzio della politica»

Chiude il centro trasfusioni di Vibo, Mangialavori: «Nuova spoliazione per il Vibonese»

«Ancora un colpo assestato alla sanità vibonese da una politica che rivela non tanto i suoi limiti, quanto la sua inutilità. L’impoverimento del territorio questa volta ha interessato l’Avis. E così, il centro trasfusionale di Vibo dovrà chiudere battenti. Il danno è duplice. Da una parte, l’aspetto pratico. Un centro che aveva acquisito negli anni professionalità e competenza è condannato a terminare la sua attività».

A riferirlo in una nota è il coordinatore provinciale di Forza Italia Vibo Valentia, Giuseppe Mangialavori, ponendo l’accento sulla chiusura del centro trasfusionale di Vibo e sulla conseguente nuova spoliazione ai danni della sanità vibonese che, a suo dire, si sta consumando nel silenzio della politica.

«Un centro – scrive Mangialavori -, vale la pena sottolinearlo, che è stato un riferimento significativo per tante emergenze e pazienti. Ma tutto ciò, evidentemente, non interessa all’attuale compagine di governo regionale, alle prese con un complice silenzio che si commenta da solo. Dall’altro lato, va altresì sottolineato come la chiusura di tale centro costituisce un vulnus alla cultura della donazione, dell’amicizia e della solidarietà, con tutto ciò che ne consegue».

L’amministrazione Oliverio, spiega l’ex consigliere regionale, «brilla ancora una volta per la sua incapacità a contrastare tale smantellamento. Alla fin fine occorre chiedersi quale sia il futuro che attende il comprensorio vibonese. La sanità sta per essere gradatamente ma quasi scientificamente smantellata; la viabilità è a pezzi; la politica culturale raramente supportata; il turismo, ancora meno e così via. Inutile sperare in un cambio di passo dall’attuale governo regionale che, allo stato, risulta sotto il profilo politico e amministrativo, ampiamente e irreversibilmente fallimentare».

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