Sindaci vibonesi contrari alla riapertura anticipata, ma c’è chi elogia la Santelli

La decisione del governatore della Calabria Jole Santelli, di andare oltre le misure adottate dal Governo nazionale in tema di contrasto al Covid-19 e di consentire già da oggi, tra l’altro, la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo, con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto, e gli spostamenti verso altro comune per lo svolgimento di sport individuali, sta suscitando reazioni variegate e confusione anche nella provincia di Vibo Valentia. [Continua]

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Giovanni Macrì

Il sindaco della città capoluogo Maria Limardo, ad esempio, nelle scorse ore ha deciso di sposare in toto le decisioni della Santelli, così come il primo cittadino di Tropea Giovanni Macrì, il quale ritiene che «benissimo ha fatto il presidente della Calabria a dare un chiaro segnale nella direzione della ripartenza. Un atto di coraggio (una virtù di cui si erano perse le tracce) che ho apprezzato tantissimo e sosterrò senza se e senza ma. Il successo dipenderà molto dal senso di responsabilità che sapremo dimostrare tutti noi».

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Antonio Arena

Basta spostarsi di pochi chilometri, però, per assistere a reazioni totalmente diverse. Nel comune di Ionadi, ad esempio, il sindaco Antonio Arena si è espresso in maniera totalmente diversa. «Sul nostro territorio – ha affermato – valgono le misure previste dall’ultimo Dpcm emanato dal presidente del Consiglio dei ministri e le ordinanze emanate dal sottoscritto e non quelle in contrasto emanate dal presidente della Regione Calabria nella tarda serata di ieri. I sacrifici fatti in questi mesi di emergenza sanitaria per la tutela dell’incolumità pubblica non possono essere dispersi da provvedimenti improvvisi e non pianificati per tempo, perché mettono a serio rischio la salute dei nostri cittadini».

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Salvatore Solano

Apertamente contrario all’ordinanza della Santelli anche il sindaco di Stefanaconi, nonché presidente dalla Provincia, Salvatore Solano. «Con riserva di ogni commento sull’opportunità del provvedimento assunto, peraltro dalla notte per l’indomani – si legge in una nota ufficiale del Comune -, si invitano gli esercenti commerciali interessati da tale provvedimento ad osservare quanto previsto dall’ultimo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri. Anche per consentire all’autorità territorialmente competente per territorio, cioè il sindaco, di adottare per tempo le misure più opportune per garantire le prescrizioni di legge».

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Marco Martino

Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Capistrano Marco Martino, il quale, a sua volta, si dice pronto a blindare i confini del proprio territorio, «fin quando l’emergenza non si placherà», e ad andare «contro ogni ordinanza se necessario, pagandone anche conseguenze personali». Nel Vibonese, tuttavia, c’è anche chi cerca di tenere posizioni apparentemente più moderate.

Salvatore Fortunato Giordano

È il caso, ad esempio, del sindaco di Mileto Salvatore Fortunato Giordano, il quale, pur dicendosi d’accordo sul principio che la Calabria «ha reagito bene e merita di riaprire al più presto, seppur e con le dovute precauzioni», ha deciso di riaprire – «attendendosi scrupolosamente alle regole stabilite» – solo da lunedì 4 maggio la Villa comunale, il Parco giochi e il cimitero, e di liberalizzare nella stessa data le attività di servizio a domicilio e di asporto di ristoranti, bar, pasticcerie. Per il servizio di tavolino esterno disposto dalla Regione, invece, il primo cittadino ritiene che sia «ancora presto per liberalizzarlo», così come il mercato settimanale che «rimarrà ancora chiuso».

Tra coloro che hanno invitato i cittadini a soprassedere all’ordinanza «avventata» della Santelli e a continuare «ad osservare le vecchie regole restrittive fissate dal Governo», anche i sindaci di Gerocarne Vitaliano Papillo, di Filadelfia Maurizio De Nisi e di San Calogero Nicola Brosio. Gli schieramenti pro (o che almeno non smentiscono) e contro l’ordinanza della Santelli appaiono ben delineati. La sensazione è che, per la maggior parte, facciano riferimento più che altro a connotazioni politiche.

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