sabato,Aprile 20 2024

Ordinanza Santelli: Governo verso la diffida e levata di scudi dei sindaci

Polemiche a non finire per l’annuncio della riapertura anticipata di molte attività. L’esecutivo è pronto ad impugnarla mentre gli amministratori locali emettono contro-ordinanze. Callipo: «Irresponsabile»

Ordinanza Santelli: Governo verso la diffida e levata di scudi dei sindaci
Jole Santelli

Il Governo va verso la diffida dell’ordinanza della Calabria con cui la governatrice, Jole Santelli, ha anticipato i tempi della Fase 2 e autorizzato la riapertura dei locali con tavoli esterni, dei mercati e il via libera alla ripresa degli sport individuali. L’ordinanza è stata oggetto di discussione del Consiglio dei ministri che si è tenuto ieri in serata. La diffida è il passo che precede l’impugnativa. Si tratta, in estrema sintesi, di una lettera con cui si invita il governatore a rimuovere le parti incoerenti dell’ordinanza rispetto al Dpcm varato. Se le modifiche non vengono apportate, il Governo può a quel punto decidere di ricorrere al Tar o alla Consulta e impugnarla. [Continua]

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Già il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, in videoconferenza con le Regioni, aveva proposto “un metodo perché le ordinanze regionali siano coerenti con il Dpcm”. In sostanza, aveva avvisato, verrà richiesta la rimozione delle ordinanze non coerenti e se questo non dovesse avvenire allora il Governo impugnerà l’ordinanza. “In base al monitoraggio delle prossime settimane ci potranno essere dal 18 maggio scelte differenziate tra le regioni sulle riaperture di attività – aveva chiarito Boccia -. Più i contagi andranno giù, più la sanità territoriale sarà in sicurezza, più si potrà riaprire secondo un monitoraggio che discuterete con il ministro Speranza. Definito il monitoraggio si potrà procedere a differenziazioni”.

La mossa a sorpresa della Santelli, che ha apertamente sfidato il Governo in tema di riaperture, ha suscitato un’ampia levata di scudi da parte degli amministratori locali, anche della stessa area, e di esponenti politici di vari schieramenti. Tanti i sindaci, anche nel Vibonese, che hanno manifestato il loro dissenso preannunciando l’emanazione di proprie ordinanze che richiamano le disposizioni contenute nell’ultimo Dpcm emanato da premier Conte. Contrari si sono detti i primi cittadini di Gerocarne, Spadola, Acquaro, Capistrano, Parghelia, Stefanaconi, Arena, Dasà – solo per citarne alcuni – ma tanti altri amministratori locali si sono detti pronti ad emanare contro-ordinanze in adesione a quanto disposto dal Governo.

Sul fronte politico regionale, ad esprimere la sua posizione è stato, tra gli altri, il capogruppo di Io resto in Calabria Pippo Callipo. «I cittadini calabresi si dimostreranno più responsabili di chi li governa. Fino a pochi giorni fa la presidente della Regione Jole Santelli parlava di tenere chiusa la Calabria fino a fine maggio, oggi addirittura anticipa la fase 2 andando ben oltre le riaperture che il Governo ha annunciato per il 4 maggio. Quella annunciata, con un tempismo quantomeno irresponsabile, è un’ordinanza molto imprudente e contrasta con quanto previsto dai provvedimenti governativi e, oltre che pericolosa, è utile solo a un eventuale contenzioso con il governo di cui proprio non si sentiva il bisogno. Non vorremmo che tutto ciò risponda a una strategia politica concordata tra i governatori di centrodestra. Se così fosse, vorrebbe dire che si sta giocando sulla pelle dei cittadini calabresi per meri calcoli politici».

Contrari anche i portavoce del Movimento 5 stelle, Laura Ferrara, Anna Laura Orrico, Elisa Scutellà, Riccardo Tucci, Giuseppe Fabio Auddino, Alessandro Melicchio e Massimo Misiti. «La presidente della Regione Calabria – scrivono in una nota congiunta – ha dimostrato profonda incoerenza attraverso l’ultima ordinanza emessa e con la quale va in controtendenza con le disposizioni del Governo nazionale. La Santelli, mentre ribadisce la necessità di chiudere i confini ai calabresi “fuori sede”, permette, in prossimità del 1° maggio, a bar e ristoranti di riaprire e a privati cittadini di fare manutenzione alle proprie imbarcazioni, consentendo anche gli spostamenti fra diversi Comuni».

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