giovedì,Aprile 18 2024

Caso Vibonese, Costa rompe il silenzio: “Faremo un consiglio comunale allo stadio” (VIDEO)

Si susseguono gli interventi di esponenti politici sul ricorso della Figc contro la formazione rossoblù. Interviene anche il primo cittadino che propone un’assise aperta allo stadio Luigi Razza

Caso Vibonese, Costa rompe il silenzio: “Faremo un consiglio comunale allo stadio” (VIDEO)

La questione della Vibonese tiene ancora banco. Chiamata in causa, l’Amministrazione si espone ed è il sindaco Elio Costa ad annunciare la prossima convocazione di un consiglio comunale aperto allo stadio Luigi Razza. Una presa di posizione accolta con favore dalla dirigenza della società rossoblù che «prende atto con estremo piacere che il Comune di Vibo ha deciso di muoversi, per perorare la causa nelle sedi opportune».

Nell’incontro di stamattina l’assessore allo Sport, Francesco Pascale, «ha ribadito che già da ieri l’amministrazione comunale si è attivata attraverso i propri canali a sostegno della Vibonese, alla quale ha espresso solidarietà e vicinanza, ribadendo il proprio apporto anche con fatti concreti, dopo aver preso atto della situazione assurda che si sta verificando ai danni del club. La Vibonese, pertanto, ringrazia il sindaco Costa e l’assessore Pascale per l’interessamento, consapevole che solo attraverso un progetto unitario si possono far rispettare le proprie istanze e veder riconosciute le proprie ragioni, fra l’altro sancite da quasi due settimane da una sentenza della Corte Federale d’Appello. La squadra appartiene alla città ed ai vibonesi. Da parte di tutti, istituzioni comprese, vi deve essere uno scatto d’orgoglio a difesa della sqaudra. Anche per questo registriamo compiaciuti la vicinanza dell’amministrazione comunale, del sindaco Costa, dell’assessore Pascale, auspicando un esito positivo della vicenda che ha avuto una vasta eco in ambito nazionale».

Del caso si sono interessati diversi esponenti politici. «La vicenda della Vibonese e della sua mancata iscrizione al campionato di Serie C rischia di trasformarsi in un ulteriore vulnus per la città di Vibo Valentia e per il suo comprensorio – scrive Giuseppe Mangialavori, coordinatore provinciale di Forza Italia -. Le questioni formali, al limite di una logica a dir poco bizantina, hanno la loro oggettiva rilevanza. Ma la lentezza dei processi decisionali, la confusione che regna sovrana, la mancata definizione delle squadre di serie C (a campionato già iniziato) non rende giustizia alla logica e al buon senso. Intanto, si registra la sofferenza di una città come quella di Vibo Valentia, già assediata da innumerevoli problemi. A rimetterci è la sua anima sportiva, ferita e umiliata dai contorsionismi di una giustizia sportiva che si segnala per la sua lentezza. Al tifoso di Vibo, le contese giudiziarie importano poco o niente. Con ciò non si vuole dubitare della loro significativa portata. I tira e molla, alcune decisioni degli organi sportivi fortemente contestate dai legali della Vibonese lasciano amarezza e sconforto. Investire nel calcio in un contesto sofferente come quello vibonese non è cosa semplice. Meno che mai impegnare tempo e risorse, come fa la tifoseria rosso-blu, per seguire la sua quadra del cuore. I procedimenti della giustizia sportiva meritano ampio rispetto. Ma anche il senso di giustizia sportiva sostanziale e l’amore di una città per la sua squadra».

Per Giovanni Russo, capogruppo Pd in consiglio comunale, «a Vibo Valentia lo sport ha una funzione che va ben al di là di quella meramente sportiva. Non è semplice descrivere il legame “speciale” che unisce Vibo Valentia e la sua squadra di calcio. Ridurre la Us Vibonese ad una “semplice” società sportiva è una forzatura che non rende onore al valore sociale e culturale del club rossoblù. In questi giorni a causa di un atteggiamento alquanto ostile, per un ideale braccio di ferro che vede coinvolti la Vibonese, la Lega Pro e la Figc si sta vivendo una situazione paradossale. E’ vero, la Vibonese calcio (fondata nel 1928) non è un top club, non raccoglie allo stadio migliaia di tifosi, non attrae network tv, ma il diritto è diritto, soprattutto se, come italiani, ci vantiamo di vivere e muoverci in uno Stato di diritto. Peccato, però, che nel caso della Vibonese, questo “diritto” non solo stia venendo a mancare, ma non venga neppure reso “esecutivo”. Pur in presenza di una sentenza che prevede per la Vibonese il “diritto” di essere ammesso in Lega Pro (serie C). Se il Collegio giudicasse ammissibile il ricorso della Figc, la Vibonese tornerebbe in Serie D. Questo significherebbe mortificare non solo una società tra le più sane presenti, ma anche e soprattutto una città intera».

Critico anche il capogruppo dei Progressisti per Vibo, Loredana Pilegi. «Come cittadini, ancor prima che come consiglieri comunali, non possiamo che essere indignati per il trattamento che la città di Vibo sta subendo in merito alla riammissione della Vibonese in Lega Pro. Se mai ce ne fosse bisogno tutto questo conferma la marginalità della nostra città, ed è estremamente grave il silenzio del sindaco sulla vicenda. Noi, nei limiti del nostro ruolo, abbiamo contattato i vertici nazionali di Mdp affinché la vicenda possa avere un risalto a livello nazionale. Forza Vibonese, tutti uniti in questo momento al di là dei colori».

Infine, è il coordinatore cittadino di FdI-An, Anthony Lo Bianco, ad affermare: «Neanche in un film di fantascienza, ritroviamo una trama così ampia e articolata, come quella che sta vivendo l’intera popolazione vibonese, i suoi tifosi, e l’intera società rossoblù. Il ricorso presentato da Figc e Lega Pro, per ottenere una sospensiva della sentenza emessa dal Caf, lascia trapelare un vero e proprio senso di odio, volto a danneggiare una società sana, come quella della Us Vibonese. Da tifoso della squadra di calcio più importante della provincia di Vibo Valentia, mi sento preso in giro da questa situazione. La Vibonese è retrocessa ma ci sono state gravi irregolarità nelle altre società come già stato confermato, tant’è che la sentenza parla chiaro e dice a lettere cubitali che la Vibonese calcio deve tornare in serie C e che il Messina retroceda nei dilettanti. Lo sport senza ombra di dubbio, sta alla base dello sviluppo della società moderna, rappresentando un momento di aggregazione e strumento di crescita sociale. Giorno dopo giorno il presidente Pippo Caffo ed il direttore generale Danilo Beccaria, portano avanti questa attività con onore, rendendo orgogliosi l’intera cittadinanza. Non posso che accodarmi ai tanti tifosi, che sperano, che ci sia spazio anche per noi in Lega Pro».

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