In merito all’articolo “Nardodipace, il sindaco Loielo sulla vendita delle case popolari: «Abbiamo avuto il coraggio di affrontare problemi antichi»”, riceviamo e pubblichiamo una nota dell’ex sindaco Antonio De Masi:

«Per le mie condizioni di salute che mi tengono legato ad un letto di ospedale non posso prendermi il tempo per smentire documentalmente tutte le menzogne che vengono propalate, non senza contorcimenti giuridici e di pensiero, nella replica al giornale on line il Vibonese.it dal sindaco di Nardodipace Romano Loielo. Affido, pertanto, alle parole della relazione posta alla base dello scioglimento del Consiglio comunale di Nardodipace, sindaco Romano Loielo, sciolto due volte consecutive per infiltrazioni mafiose, redatta dalla Commissione di accesso di cui faceva parte, con funzioni di presidente, l’attuale prefetto di Vibo, Anna Aurora Colosimo. Salvato da numerose possibili condanne in altrettanti processi finiti in prescrizione, il sindaco Loielo continua ad amministrare impunemente il Comune di Nardodipace con lo stesso metodo di prima: “La Carota per gli amici, il bastone per gli avversari”. In detta relazione la figura del sindaco Loielo viene così testualmente tratteggiata: “Il modus operandi del sindaco Loielo e della giunta è caratterizzata da una completa indifferenza verso gli interessi pubblici ed è, soprattutto, espressione di un atteggiamento di arroganza anche nell’interpretazione e applicazione delle norme, tanto da ritenersi legibus soluti”, quindi non soggetto alle leggi oppure soggetto che le crea e le modifica. La relazione definisce il Loielo come il “vero ed unico pilastro portante dell’impianto criminale, catalizzatore di interessi pubblici, privati e delinquenziali”».

«Infine – aggiunge De Masi – viene così definito, scritto ancora nella relazione di scioglimento: “Il Loielo appare assurgere ad un odierno Catilina cuius rei libert simulatur ac dissimulatur, capace di sconfessare e confutare apoditticamente sentenze di giudici, manipolare norme di legge, orientare organi tecnici, comprimere o meglio accentrare a sé la capacità volitiva dell’ente al solo ed unico scopo di legittimare la sua persona e tutelare gli interessi della cosca Tassone”. Dalla replica di Romano Loielo, addirittura ad una sentenza del Consiglio di Stato, emerge soprattutto la filosofia che sottende il metodo e la sostanza posta alla base della sua azione politica. Anche di questo la relazione della Commissione ha dato conto nella relazione dello scioglimento del Consiglio comunale così scrivendo: “Loielo è pluribus unum, un brocardo che si attaglia perfettamente alla spregiudicatezza della figura del sindaco imperatore. Il comportamento del sindaco Loielo attraverso un’azione ammantata di efficientismo e intraprendenza, ma in realtà eufemisticamente disinvolto, irrispettoso delle regole e dei principi ordinamentali, finisce per essere assolutamente funzionale al mantenimento di consolidati rapporti con le cosche locali”. Gradirei, quindi, non essere più disturbato da questo soggetto».