Anche il dirigente regionale Pd e già consigliere regionale della Calabria, Luigi Tassone, entra a gamba tesa sulla vicenda dei 72 lavoratori all’Asp di Vibo (tra infermieri, Oss ed altre figure professionali) che, a partire dal 31 ottobre e fino alla fine del 2024, perderanno il loro impiego. «A dispetto della poco credibile campagna di comunicazione del presidente Occhiuto – ha fatto sapere in una nota Tassone -, la Calabria vive una situazione di grave criticità nel settore sanitario e le prospettive sembrano sempre più preoccupanti anche perché il governo nazionale, passata la fase elettorale, ha dimenticato questo territorio e questa comunità». Un intervento nel quale il consigliere regionale mostra tutto il suo sdegno a seguito della notizia della mancata concretizzazione del Piano di assunzioni negli ospedali calabresi e punta l’indice contro i vertici della Cittadella e di palazzo Chigi.

«L’assunzione saltata di medici, infermieri, Oss e personale amministrativo – ha evidenziato Tassone – dà l’idea della mancata percezione della realtà di un centrodestra concentrato sulle proprie dinamiche interne, ma sempre più in affanno nel rapporto con i cittadini. In particolare, non è pensabile che negli ospedali del Vibonese, dove i carichi di lavoro sono insostenibili e dove la richiesta di prestazioni sanitarie rimane ampiamente insoddisfatta, si possa fare a meno di figure professionali irrinunciabili, di coloro i quali fino a qualche anno addietro erano chiamati eroi e che oggi, nei fatti, vengono considerati come non essenziali visto che vengono mantenuti nel limbo dell’incertezza. Come se a loro si potesse rinunciare a cuor leggero, come se non si capisse che senza di loro l’intero sistema crollerà».

Tassone non accetta che «gli eroi del Covid siano trattati come esuberi» e che «dopo averlo formato, si abbandoni il personale che, con tutta evidenza, sarà costretto a fornire i propri servizi altrove» e invita la Regione «ad invertire rapidamente la rotta per non far schiantare irrimediabilmente la Calabria». Per il consigliere regionale, «questi professionisti, così come tutti i calabresi meritano di avere un futuro, di non dover quotidianamente combattere con dubbi su un domani che, allo stato, è tutt’altro che roseo».