In una riunione interpartitica con Fdi, Fi, Lega, Udc e Noi Moderati è stato ribadito che il presidente dell’Ente è «isolato e privo di legittimazione». In questo clima le elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale rischiano di acuire le lacerazioni
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Mentre il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Corrado L’Andolina, resta arroccato nella sede dell’Ente, riuscendo a rispondere colpo su colpo ai tentativi di defenestrarlo, il centrodestra vibonese, di cui lo stesso L’Andolina è espressione in quota Forza Italia, cerca di riorganizzarsi per muovere il prossimo assalto.
Lo ha fatto con una riunione interpartitica che ha avuto al centro proprio la situazione politica e istituzionale della Provincia, nel tentativo di ricompattare la coalizione e ridefinire le strategie in vista delle imminenti elezioni provinciali.
All’incontro, descritto come «molto partecipato», hanno preso parte i coordinatori provinciali di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Udc e Noi Moderati – rispettivamente Pasquale La Gamba, Michele Comito, Valentina Marta, Stefano Luciano e Nicola Brosio – che hanno condiviso la necessità di un confronto franco e unitario su quella che viene definita una «questione di dignità politica e rappresentanza territoriale».
Tensione crescente tra il presidente e la coalizione
Al centro delle critiche dei partiti del centrodestra c’è la gestione «autonoma e autoreferenziale» del presidente L’Andolina, accusato di aver preso decisioni cruciali – come la recente convocazione delle elezioni provinciali – senza alcuna concertazione con le forze politiche che lo avevano sostenuto.
Una modalità operativa che, secondo i rappresentanti della coalizione, ha finito per incrinare in modo irreversibile il rapporto fiduciario e politico con l’intera area di centrodestra.
Da più parti si parla di un presidente «isolato» e «privo di legittimazione politica», non solo nel campo di riferimento ma anche in parte del centrosinistra, che in alcuni casi avrebbe espresso analoghe perplessità sui metodi di gestione dell’Ente.
Il centrodestra, dal canto suo, rivendica di aver garantito in passato il proprio sostegno al bilancio e ad altri atti amministrativi «solo per senso di responsabilità istituzionale», nel tentativo di evitare una paralisi amministrativa. Ma, sottolineano ora i dirigenti, quella disponibilità non può tradursi in un silenzio complice di fronte a quella che viene definita «una deriva personalistica e antidemocratica».
Verso un fronte comune
Dal vertice interpartitico sarebbe emersa la volontà di denunciare pubblicamente quella che viene considerata una «grave anomalia democratica», legata non solo alla gestione di L’Andolina ma anche a un impianto normativo – la legge Delrio che disciplina le Province – ritenuto ormai «superato e illogico», capace di generare distorsioni e di svuotare la rappresentanza politica del suo reale significato.
La coalizione di centrodestra annuncia inoltre l’intenzione di portare la vicenda all’attenzione nazionale, chiedendo un intervento urgente di riforma e coinvolgendo la Prefettura di Vibo Valentia affinché valuti il presunto vulnus democratico scaturito dall’ostinazione di L’Andolina a non farsi da parte.
Un equilibrio precario
La tensione, dunque, resta alta, soprattutto in vista delle elezioni di secondo grado per il rinnovo del Consiglio provinciale che si terranno il 12 dicembre. Una prospettiva che, al momento, appare ricca di incognite, pronta a deflagrare in nuove lacerazioni politiche sul territorio, con due fazioni pro e contro L’Andolina.




