mercoledì,Maggio 1 2024

Ospedale civile, “Serra al Centro” attacca: «Un sarcofago con pochi servizi»

Il movimento: «Il problema esiste ed è sotto gli occhi di tutti e deve essere affrontato con grande responsabilità». Poi strali all’amministrazione Barillari e anche all’opposizione che «non si oppone»

Ospedale civile, “Serra al Centro” attacca: «Un sarcofago con pochi servizi»
L'ospedale di Serra San Bruno

«L’ospedale civile di Serra San Bruno così come generazioni di ragazzi diventati adulti lo hanno conosciuto non c’è più. Al suo posto è rimasto un sarcofago con pochi servizi, frutto di un disegno disomogeneo della sanità pubblica a cui l’amministrazione comunale della cittadina bruniana e le altre del territorio non hanno saputo opporsi. Il bilancio è sotto gli occhi di tutti: conquiste sociali e diritto alla salute smantellato a fronte degli innumerevoli bisogni sanitari di un comprensorio montano abbandonato a se stesso». Ferma denuncia del movimento “Serra al Centro” (Salvatore Censore, Gregorio De Caria, Domenico Figliuzzi, Maria Rosaria Franzè, Bruno Iovine, Cosimina Pisani, Elena Pisani, Nensy Rachiele, Giovanni Vellone, Rosa Vellone e Giuseppe Zangari) sulle condizioni del locale nosocomio e, attraverso il suo impegno, vuole riportare l’attenzione sull’argomento che, «al di là di facili proclami del sindaco Barillari che non trovano riscontro nella realtà, deve necessariamente essere inserito all’interno di un confronto tra tutte le amministrazioni del comprensorio».

«Avanzate delle proposte concrete attraverso una petizione»

Per i rappresentanti del movimento, dunque, «è perfettamente inutile puntare l’indice, cercando di spostare l’obiettivo, sull’attacco politico di comitati veri o presunti, il problema esiste ed è sotto gli occhi di tutti e deve essere affrontato con coscienziosità e grande responsabilità. Difatti, nonostante i dubbi e le perplessità dimostrate da chi sperava nella poca serietà, Serra al Centro, ha avanzato delle proposte concrete attraverso una petizione,con raccolta firme, che è stata inoltrata al Presidente della Regione Calabria con tanto di raccomandata.  È necessario rimettere l’ospedale San Bruno nelle condizioni di operare al meglio, e l’Asp di Vibo Valentia deve farsi carico di assumere personale con concorsi pubblici a tempo indeterminato, rendendoli appetibili e non prospettando un futuro di precarietà rispetto al quale i medici vanno via o addirittura non si presentano alle selezioni. Bisogna  avere il coraggio di cambiare – aggiungono dalla sede del movimento -, altro che accettare passivamente le scelte calate dall’alto. Inoltre, i componenti del gruppo, si chiedono che fine abbia fatto il documento sottoscritto in sede di Consiglio comunale aperto. Non vogliono credere al fatto che sia stato appeso su qualche parete come un quadro di natura morta».

Sott’accusa «l’inerzia dell’amministrazione» e l’opposizione che «non si oppone»

La “deospedalizzazione” del San Bruno, a parere degli interessati, «trova poi terreno fertile nell’inerzia dell’amministrazione comunale incapace di veicolare sul tavolo della politica i bisogni sanitari dell’entroterra, lasciando ampio margine di discrezionalità sulla gestione senza giudizio dei servizi sanitari, che curiosamente vengono ampliati in alcuni luoghi e tagliati in altri. La nostra non è una battaglia di campanile, ma non ha senso creare duplicati se non per scegliere, in base a ragioni prettamente politiche (spartizioni) e non sanitarie, il mantenimento di un presidio ospedaliero anziché un’altro. Ma anche in questo caso – viene osservato – il sindaco Barillari pare non accorgersi di nulla. Come sembra non essersi accorto del problema randagismo che è tornato ad attanagliare la nostra città. Un problema che è duplice: da un lato la sicurezza e la incolumità pubblica, la recente aggressione di un cane ai danni di una ragazza lo dimostra; dall’alto il problema dei possibili avvelenamenti di cani randagi, già conosciuto da queste parti, che potrebbe ripresentarsi. Tanti i problemi e tutti irrisolti. Ma se la maggioranza comunale non vede la minoranza invece non sente. E su questo fronte  – chiude il movimento – Serra San Bruno gode un primato più unico che raro: quello di avere una opposizione che non si oppone».

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