mercoledì,Febbraio 19 2025

La piccola Asia che ha rischiato di nascere aspettando l’ascensore, il papà: «Medici e infermieri di Vibo straordinari, ma che ospedale…»

La corsa allo Jazzolino poi l’attesa interminabile per arrivare in reparto: «Mia moglie stava per partorire lì. Strutture carenti ma personale sanitario eccellente». Venuta alla luce alla 32esima settimana di gravidanza, la bimba è stata traferita nella Terapia intensiva neonatale di Catanzaro ma sta bene

La piccola Asia che ha rischiato di nascere aspettando l’ascensore, il papà: «Medici e infermieri di Vibo straordinari, ma che ospedale…»
L'ospedale Jazzolino di Vibo e, nel riquadro, la piccola Asia con mamma Teresa

«Senza l’aiuto e le cure degli operatori sanitari dell’ospedale di Vibo Valentia non sappiamo cosa avremmo fatto». È colma di gratitudine la voce di Stefano Ieradi, giovane padre vibonese. La sua terza figlia è nata da qualche giorno appena: si chiama Asia e ha avuto decisamente fretta di venire al mondo. La sua mamma, Teresa, era infatti alla 32esima settimana di gravidanza quando giovedì scorso le si sono rotte le acque.

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La chiamata al marito e la corsa verso l’ospedale Jazzolino, pieni di paura visto il parto prematuro verso cui stavano andando incontro. Dal Pronto soccorso vengono mandati subito in reparto, per raggiungerlo devono usare l’ascensore. «Abbiamo avuto grosse difficoltà, il tempo d’attesa è stato interminabile e quando è arrivato è stato difficile anche salirci su dovendo spingere la carrozzella e contemporaneamente tenere aperta la porta. In un Paese civile un ospedale dovrebbe essere dotato di ben altre strutture… dopo aver atteso tanto, mia moglie stava per partorire in ascensore», denuncia papà Stefano.

L’indignazione per le condizioni fatiscenti dell’ospedale si contrappone però alla soddisfazione per la professionalità riscontrata nel personale sanitario tutto. «Hanno subito preso in carico Teresa e l’hanno assistita facendo nascere la bimba, che nonostante fosse prematura è venuta al mondo in buona salute. Voglio ringraziare tutti – rimarca Stefano -, dal dottore Marataro agli infermieri, fino agli oss. Si sono presi cura di mia moglie e della piccola Asia amorevolmente». Visto il peso inferiore ai due chilogrammi, per la neonata si è reso necessario il trasferimento in una Terapia intensiva neonatale. «Si sono prodigati per organizzare il trasferimento a Catanzaro, dove tuttora mia figlia si trova ricoverata in attesa di raggiungere il peso ideale», spiega ancora il papà. «Spesso si sente parlare male del nostro ospedale ed è vero che mancano strutture e strumenti, tant’è che talvolta sembra di vivere nel Terzo mondo senza neanche un ascensore o una sala d’attesa che siano dignitosi. Ma i medici bravi e umani li abbiamo anche noi, il loro lavoro va lodato perché anche se tra mille difficoltà riescono a garantirci le cure necessarie. Anche loro hanno bisogno di essere messi nelle condizioni di operare nel miglior modo possibile, in primis con strutture efficienti», conclude.

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