venerdì,Giugno 13 2025

Solo un medico e un infermiere in servizio di notte all’ospedale di Serra: «Situazione insostenibile, diritti negati»

Il comitato a difesa del presidio denuncia la grave carenza di personale dopo che due operatori socio-sanitari sono andati in pensione: «Quando lo Jazzolino è in emergenza usano la mobilità d'urgenza da noi verso Vibo, il contrario non avviene»

Solo un medico e un infermiere in servizio di notte all’ospedale di Serra: «Situazione insostenibile, diritti negati»

Nessun operatore socio-sanitario, solo un medico e un infermire in servizio di notte all’ospedale di Serra San Bruno. È quanto denuncia il comitato a difesa dell’ospedale, che sollecita verso il nosocomio un’attenzione che finora non sembra esserci stata.

«Non accettiamo che il presidio di zona disagiata sia trattato come presidio un di serie B – si legge in una nota del comitato -. L’ospedale San Bruno continua a perdere pezzi. In questi mesi abbiamo assistito a spostamenti di personale Oss e Infermieri dal presidio serrese verso lo Jazzolino di Vibo, tramite ordine di servizio di mobilità d’urgenza, per sopperire alla mancanza di personale nel presidio spoke di Vibo. Però non succede la stessa cosa se ad andare in sofferenza è il pronto soccorso serrese, dove due Oss sono andati in pensione e non sono stati sostituiti, mentre dei restanti quattro due usufruiscono della legge 104».

Da qui la denuncia di una carenza di personale che rischia di trasformare un “ospedale” in poco più di una piccola infermeria.
«Così facendo – si spiega nella nota – non si riesce a coprire il turno regolarmente, infatti dal primo maggio di notte sarà in servizio un solo medico e un solo infermiere senza la presenza di alcun Oss. In una situazione del genere, oltre al carico di lavoro, gli operatori sanitari sono costretti ad assumersi una grossa responsabilità».

Poi la chiosa finale diretta all’Asp di Vibo: «Questa Azienda sanitaria è priva di programmazione e, soprattutto, dimostra di non avere nessuna attenzione verso le problematiche che ogni giorno vive il personale impegnato in prima linea. Questo trattamento da parte dell’Asp di Vibo fa aumentare in noi il dubbio che ci siano operatori di serie A e operatori di serie B. E che di conseguenza il diritto alle cure non sia garantito a tutti in egual misura come prevede la Costituzione».

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