giovedì,Aprile 18 2024

Antrace nel Vibonese, dai controlli nessun nuovo caso

Il servizio veterinario dell’Asp ha visitato centinaia di animali nelle aziende del Poro. Situazione sotto controllo. Tre le persone in ospedale da lunedì

Antrace nel Vibonese, dai controlli nessun nuovo caso
La sede dell'Asp di Vibo Valentia

Arrivano buone notizie sulla vicenda antrace nel Vibonese. Nessun nuovo caso si registra nell’area dell’azienda da cui proveniva il vitellone che ha trasmesso il pericoloso batterio alle tre persone venute nei giorni scorsi in suo contatto: l’allevatore del Poro, il titolare e un operaio del mattatoio con sede a Mileto in cui era stato macellato. La notizia arriva direttamente dal Servizio veterinario “Area A” dell’Asp di Vibo Valentia, che nel giro di alcune ore ha effettuato un’operazione radicale di controllo, analizzando a tappeto tutti gli animali delle varie aziende che operano nella territorio del Poro. L’importante azione di prevenzione e tutela è stata coordinata e attuata dal responsabile del Servizio, Francesco Massara, di concerto con i suoi più stretti collaboratori. Nell’immediatezza vengono quindi scongiurate eventuali presenze di focolai o ulteriori situazioni di pericolo di contagio da antrace.

A rendere ancor più rassicurante il quadro, il fatto che, da quanto si apprende, la carne infetta del vitellone macellato non sarebbe entrata in circolazione e venduta, ma al contrario prelevata preventivamente dal servizio veterinario dell’Asp. Le tre persone erano state ricoverate lunedì 25 maggio nel reparto Malattie infettive dell’ospedale “Jazzolino” di Vibo, dopo aver accusato sintomatologie febbrili e dopo la comparsa di bolle sospette su alcune parti del corpo. Oggi la conferma dei dubbi dei sanitari e il riscontro dell’infezione derivante dal batterio dell’antrace, detto anche carbonchio. Le condizioni dei tre pazienti sono definite stazionarie. Il mattatoio “Sirio” – come precisato anche dall’avvocato Nicola Muzzopappa – non è stato in alcun modo posto sotto sequestro. Allo stesso modo nessun sequestro per l’allevamento dal quale proveniva l’animale.

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