I cargiver degli ospiti della Rsa scrivono a prefetto, Asp e Regione sollecitando la sottoscrizione con la struttura privata accreditata: «Nonostante da oltre un mese siano disponibili 10 milioni di euro, la convenzione non è stata sottoscritta»
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I soldi ci sono ma la convenzione non viene sottoscritta e noi continuiamo a pagare di tasca nostra. È questo, in estrema sintesi, il senso della lettera ufficiale inviata dai familiari dei pazienti assistiti nel il Don Mottola Medical Center di Drapia, struttura sanitaria accreditata dalla Regione ma ancora senza contratto con l’Asp di Vibo. Una situazione che si protrae da oltre 2 anni e impedisce ai pazienti e ai loro familiari di vedersi riconosciuta la copertura delle spese affrontate per servizi che dovrebbero essere garantiti dal sistema sanitario pubblico. E c’è anche chi per sostenere questo gravoso impegno economico ha messo in vendita la propria casa.
Nella lettera, indirizzata ai vertici dell’Azienda sanitaria provinciale, al prefetto del capoluogo e al commissario ad acta per la sanità calabrese, i caregivers riuniti in un comitato denunciano, dunque, il mancato avvio della contrattualizzazione della struttura nonostante provvedimenti regionali già adottati e risorse economiche disponibili.

I firmatari chiariscono fin dalle prime righe le ragioni dell’appello, parlando di «una situazione che desta fondato motivo di preoccupazione in relazione alla garanzia della continuità assistenziale nel territorio dell’Asp di Vibo Valentia dei nostri familiari ricoverati». Una preoccupazione che viene motivata richiamando due decreti commissariali adottati a fine 2025, il numero 302 e il successivo 316, che definiscono i livelli di finanziamento e disciplinano le modalità di contrattualizzazione delle strutture private accreditate per il triennio 2025-2027.
Secondo quanto riportato nella nota, «nonostante siano decorsi oltre trenta giorni dalla pubblicazione del Dca n. 302/2025, allo stato attuale non risulta ancora avviata la contrattualizzazione del Don Mottola Medical Center», pur trattandosi di una struttura «regolarmente accreditata, pienamente coerente con la rete territoriale programmata e individuata come strategica per la risposta ai fabbisogni assistenziali del territorio vibonese».
Uno dei passaggi centrali della lettera riguarda le risorse economiche. I caregivers sottolineano che l’integrazione introdotta dal decreto 316, insieme ai fondi già previsti dal precedente provvedimento, «attribuisce all’Asp di Vibo Valentia una disponibilità finanziaria complessiva superiore a dieci milioni di euro per l’annualità 2026, comprensiva del finanziamento ordinario, dell’incremento ad hoc e delle risorse non utilizzate nell’annualità precedente». Una somma che, secondo i firmatari, sarebbe più che sufficiente per attivare l’intera offerta privata accreditata presente sul territorio.
L’effetto atteso, evidenziano, sarebbe immediato e concreto: «Un significativo e immediato miglioramento dei livelli essenziali di assistenza territoriali», in particolare in ambiti delicati come la riabilitazione estensiva, l’assistenza residenziale medicalizzata e la continuità tra ospedale e territorio, soprattutto «nell’intervento multidisciplinare per i bambini con disabilità e sindrome dello spettro autistico».
Il ritardo, però, sta producendo conseguenze che vengono definite «rilevanti» sia sul piano assistenziale sia su quello economico. La mancata contrattualizzazione, si legge ancora, sta incidendo negativamente sulla continuità dei percorsi di cura delle persone fragili e non autosufficienti, sulle condizioni delle famiglie e dei caregivers «chiamati a supplire a carenze organizzative non dipendenti dalla loro volontà» e, più in generale, sull’effettiva attuazione degli obiettivi di programmazione territoriale.
Da qui la richiesta formale alle istituzioni competenti. Nella lettera si chiede «di procedere con urgenza alla contrattualizzazione del Don Mottola Medical Center, in applicazione dei Dca n. 302/2025 e n. 316/2025» e di attivare senza ulteriori ritardi l’offerta privata accreditata già disponibile sul territorio vibonese, sollecitando anche «un riscontro formale in merito ai tempi e alle modalità di attuazione delle contrattualizzazioni previste».
L’appello viene motivato con parole che richiamano il vissuto quotidiano delle famiglie coinvolte. «La presente istanza è avanzata nell’esclusivo interesse della tutela della cura per i nostri cari», scrivono i caregivers, ricordando come, nonostante «le diverse rassicurazioni ricevute dal comitato, sia da parte della Commissione prefettizia sia da sua eccellenza il prefetto, a fronte di una costruttiva risposta da parte della Regione», si debba oggi «registrare una inerzia burocratica da parte dell’Asp che continua a danneggiare gli ammalati e noi».
La lettera si chiude con l’auspicio di «un sollecito e responsabile riscontro» e porta la firma del presidente del Comitato Caregivers Don Mottola Medical Center, Alberto Maio. Un documento che riaccende l’attenzione sul tema della continuità assistenziale nel Vibonese e chiama in causa direttamente i livelli decisionali della sanità calabrese, chiedendo che alle risorse stanziate seguano atti concreti e tempestivi.



